Inefficienza, burocrazia, giungla normativa, costi degli adempimenti, bassa qualità dei servizi pubblici: sono questi i mali italiani messi in evidenza nella “Nota sull’economa sommersa” dell’Ufficio Studi di Confcommercio che ha realizzato un confronto con gli altri Paesi dell’Unione europea basandosi su dati della Banca mondiale e del Forum economico mondiale (WEF).
Il risultato per l’Italia è estremamente negativo, da ultima della classe: ha il più basso livello di efficienza del sistema giudiziario, peggiorato dal 2000, occupando il fondo della classifica 2010 preceduta da Grecia, Slovacchia, Slovenia e Messico. E’ penultima nella graduatoria 2010 per capacità di risolvere le controversie tra imprese. Inoltre, l’Italia si piazza agli ultimi posti per diffusione di pagamenti irregolari e tangenti, per costi e tempi di adempimento degli obblighi fiscali (il numero di ore è quasi cinque volte superiore a quello del Lussemburgo).
Anche riguardo al tempo di attesa per una sentenza di fallimento o insolvenza il nostro paese registra nel 2010 un valore molto elevato, raddoppiato rispetto al 2000, 5 volte maggiore dell’Irlanda e doppio rispetto alla Gran Bretagna.
D’altra parte, sulla qualità dei servizi pubblici l’Italia in confronto ai paesi europei ed extra-europei è tra i peggiori evidenziando un basso livello delle istituzioni, scarsa trasparenza, spreco di risorse, eccesso di regolamentazione e un peso eccessivo della burocrazia.
Quanto alle infrastrutture (strade, ferrovie, porti e trasporto aereo) il giudizio è sconfortante: nel 2010 è all’ultimo posto tra 26 paesi, lontana anni luce da Francia e Germania, rispettivamente prima e quinta, e superata da Spagna, Grecia e Irlanda. Solo scuola e sanità si salvano sebbene il sistema educativo presenti grosse lacune nell’istruzione scientifica e nella diffusione del web.
Il punto è che tutti questi fattori presi in considerazione, sottolinea Confcommercio, hanno un impatto significativo nella determinazione del tasso di economia sommersa ed evasione. Senza migliorare la situazione, la strategia repressiva potrebbe non avere effetto a svantaggio dei contribuenti in regola.