Mediobanca chiuderà esercizio fiscale in utile

di Roberto Rais

20 Settembre 2012 14:30

Mediobanca chiude l'esercizio 2011-2012 con un utile vicino ai 100 milioni, in grado di permettere un piccolo dividendo per gli azionisti della banca.

A pochi minuti dalla conference call nella quale il management della società riporterà i risultati relativi al quarto trimestre fiscale, Mediobanca è in procinto di chiudere l’esercizio 2011 – 2012 con un risultato positivo, nonostante il peso determinato dall’attività di “pulizia” in bilancio, pari a circa 560 milioni di euro di svalutazioni (il doppio rispetto all’esercizio fiscale precedente).

Stando alle stime formulate dalle agenzie di analisi, l’utile dell’intero esercizio dovrebbe accomodarsi intorno a 100 milioni di euro o poco meno, per una soglia che permetterebbe al board della banca milanese di poter distribuire un dividendo – pur modesto – di circa 5 – 7 centesimi di euro, contro i 17 centesimi di euro che avevano contraddistinto i due esercizi precedenti.

I risultati dell’esercizio non dovrebbero inoltre deludere le stime di consensus, scese in maniera corposa nel corso degli ultimi mesi e pertanto difficilmente in grado di poter esser sorprese con dati eccessivamente negativi. Ne è conseguita la conferma – da parte di ICBPI Equity Research – del rating buy e di un target price pari a 4,5 euro.

L’attesa per l’ufficializzazione dei risultati sta generando un forte interesse sui titoli Mediobanca, che attualmente crescono di oltre 3 punti percentuali, prolungando il significativo progresso avviato da inizio agosto (ad oggi, il guadagno è di quasi il 70%). Ad ogni modo, a suscitare una spinta al rialzo della capitalizzazione di mercato dell’istituto, è anche l’insieme dei rumors che vedrebbero Mediobanca interessata a qualche operazione di natura straordinaria, come ad esempio la scissione tra le partecipazioni e l’attività di consulenza (nonostante le smentite dell’istituto).

Sempre secondo le ultime indiscrezioni dei media, a riunirsi sarà anche il patto di sindacato per discutere l’eventuale modalità di allocazione della quota detenuta da Fondiaria Sai, che l’Antitrust ha indicato esser oggetto di pronta cessione (il 3,8% del capitale), forse in favore degli azionisti del gruppo B del patto.