Parlare di sicurezza sul lavoro mette a disagio

di Teresa Barone

3 Luglio 2015 09:00

I dipendenti non parlano volentieri di sicurezza sul lavoro e si trovano a disagio nel segnalare comportamenti rischiosi.

Anche i dipendenti più efficienti potrebbero chiudere un occhio davanti a un comportamento “rischioso” compiuto da un collega, o dal capo.

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Secondo un’indagine promossa da Antea Group, infatti, sebbene il personale desideri lavorare in totale sicurezza tenendosi lontano dagli infortuni, spesso non è in grado di segnalare il mancato rispetto delle norme mirate a tutelare i lavoratori.

L’indagine mostra come il 52% degli interpellati (lavoratori attivi nelle aziende del comparto IT) non si sentirebbe obbligato a intervenire in prima persona segnalano una condotta pericolosa.

Ammonta al 64%, tuttavia, la percentuale degli intervistati che preferirebbe essere messo al corrente di un suo comportamento potenzialmente pericoloso.

La ricerca, secondo gli autori, sottolinea come i programmi di sicurezza promossi dalle aziende si rivelino inefficaci se le risorse umane non sono propensi ad aiutare i loro colleghi in caso di atteggiamenti rischiosi.

Come ha dichiarato Peylina Chu, consulente senior di Antea Group:

«Assegnando priorità alla salute e alla sicurezza dei propri dipendenti, le aziende tecnologiche non solo possono salvaguardare il loro marchio, ma anche conservare i loro beni più importanti, le persone che vi lavorano.»