Giovani leader e miti da sfatare

di Teresa Barone

22 Settembre 2017 15:00

Quali errori compromettono la corretta gestione dei dipendenti maturi nelle prime prove da leader.

Gestire un team composto da risorse appartenenti a generazioni differenti rappresenta una risorsa per l’azienda, una strategia per ottenere innovazione ma anche esperienza e soprattutto per poter contare su punti di vista differenti.

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Relazionarsi con un dipendente “maturo”, soprattutto quando il leader ha molti meno anni di lui, può non essere una passeggiata. Questo tipo di gestione rischia di essere compromessa da alcuni falsi miti molto radicati, teorie erronee che spesso fanno commettere errori di comunicazione e motivazione.

Assenza di condivisione

Sebbene tra un giovane leader e un dipendente più anziano non ci siano esperienze in comune, instaurare un rapporto di comunicazione e condivisione non è impossibile: è possibile interessarsi alla loro vita familiare, al loro percorso, alle loro aspirazioni di carriera.

Eccessiva arroganza

Da parte di un giovane leader potrebbe esserci la tendenza a mostrarsi esperto e competente a trecentosessanta gradi, soprattutto per non perdere autorevolezza di fronte alle risorse più mature. Al contrario, non bisognerebbe avere timore di chiedere, informarsi, imparare anche dai propri collaboratori soprattutto se hanno un loro bagaglio di esperienza da sfruttare.

Poca offerta formativa

Un altro mito da sfatare riguarda la formazione concessa alle risorse che hanno già maturato anni di esperienza, spesso ritenute sufficientemente aggiornate tanto da non essere prese in considerazione nell’ambito di nuove proposte formative: al contrario, è sempre importante valutare i casi singolarmente senza basarsi su preconcetti.

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