La formazione dei dirigenti

di Rosanna Marchegiani

15 Aprile 2010 08:00

In un contesto fortemente competitivo e in costante trasformazione, quale è quello attuale, le risorse umane possono fare la differenza tra un'azienda e l'altra e la formazione permette di valorizzare tale risorsa, a tutti i livelli

Oggi le imprese si trovano ad operare in un contesto fortemente competitivo e in costante trasformazione. Per poter emergere e differenziarsi dalle altre, esse devono impiegare risorse esclusive e difficilmente imitabili dalla concorrenza.

La risorsa che maggiormente può fare la differenza tra un’azienda e l’altra è quella umana. È evidente allora che la formazione può avere un ruolo strategico in quanto permette di avere personale preparato allo svolgimento delle proprie mansioni e, al tempo stesso, favorisce l’innovazione consentendo così di affrontare in modo più conveniente un contesto economico in continua evoluzione.

Valorizzare il personale umano attraverso la formazione ha la sua importanza a tutti i livelli, compreso quello dirigenziale. Ma nel nostro paese si continua ad investire poco nella formazione, ed in particolare nella formazione della classe dirigente. La formazione viene vista ancora oggi, soprattutto, come un costo dai dubbi benefici.

Non a caso le principali scuole di management non sono italiane. La Sda Bocconi è la prima scuola italiana presente in una graduatoria compilata dal Financial Times ed è solamente al 38° posto della classifica.

Si è soliti pensare che, una volta terminato il percorso di studi scolastici, quello che resta da imparare debba essere appreso “sul campo”. Per i dirigenti, in particolare, spesso si sottovaluta il ruolo della formazione in quanto si confondono le competenze che un manager deve avere per svolgere le proprie mansioni, in modo efficace ed efficiente, con doti innate di leadership e con la capacità e la prontezza nell’assunzione delle decisioni.

In questo modo si finisce con il ritenere che per dirigere un’azienda occorrono delle doti insite nell’individuo che, o si possiedono o non si possono apprendere, e di conseguenza si conclude che il ruolo della formazione per i dirigenti è del tutto marginale.

Se è vero che è importante per ogni impresa, disporre di manager coraggiosi, motivati, capaci di assumersi le responsabilità, è altrettanto vero che le competenze adeguate per far fronte ai continui e repentini cambiamenti che caratterizzano i modi di produrre e commercializzare beni e servizi, rendono necessaria l’acquisizione di nuove cognizioni per i dirigenti.

Oggi, più che mai, il manager deve disporre di conoscenze molto varie e complesse. In questo contesto in continuo cambiamento, la formazione d’ingresso non è più sufficiente, ma diventa necessaria una formazione continua, sia sulle competenze specifiche relative al proprio ruolo che sulle capacità di entrare in contatto con gli altri, formazione indispensabile affinché il dirigente possa svolgere in modo valido la propria opera all’interno dell’azienda.