

La percentuale di giovani italiani che sogna di mettersi in proprio è superiore alla media europea: secondo un’indagine promossa da Gfk e condotta in 16 paesi, infatti, l’82% degli under 30 che vivono nella penisola mettono al primo posto il lavoro autonomo, mentre nella UE la percentuale è ferma al 78%.
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Un risultato sorprendente se si confrontano questi dati con quelli scaturiti da una ricerca recente della Ispo di Renato Mannehimer per Openjobmetis, secondo i quali la paura di perdere il lavoro a causa della carenza di stabilità coinvolge la maggior parte degli italiani, liberi professionisti, quadri e funzionari compresi.
Per il 62% dei giovani italiani interpellati da Gfk, invece, la priorità sul lavoro è conquistare una certa indipendenza e non dover sottostare alle direttive altrui, mentre per il 53% la scelta del lavoro autonomo è dettata dal desiderio di realizzarsi professionalmente concretizzando le proprie aspirazioni.
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A sperare nell’imprenditoria e nella libera professione sono soprattutto gli uomini, che con un buon 71% superano il 67% delle donne propense a dedicarsi al lavoro autonomo. In ogni caso, i giovani italiani pensano che una formazione adeguata e un titolo di studio di alto livello siano requisiti indispensabili per la carriera anche se non desidera diventare lavoratori dipendenti.
Quali sono i principali ostacoli che impediscono di avviare una propria attività? Innanzitutto la mancanza di risorse finanziarie, unitamente all’instabilità della situazione economica attuale e al timore del fallimento.