Si afferma il welfare manager

di Chiara Basciano

15 Luglio 2013 15:00

Una figura emergente in azienda, trait d?union tra azienda e lavoratore.

Sono molte le aziende che in Italia hanno deciso di investire su una figura che media tra l’azienda e il lavoratore. Parliamo del welfare manager, ovvero di quel professionista che si occupa del benessere dei dipendenti, coniugandolo con quello dell’azienda. Una figura che Elena Stefanoni, welfare manager di Eni, definisce in questo modo: quel dipendente che si impegna a «ideare e coordinare interventi atti a migliorare la qualità di vita delle persone dentro e fuori l’azienda, sia dal punto di vista del benessere organizzativo che del benessere personale, offrendo opportunità concrete in termini di servizi e benefici».

Le soluzioni sono le più varie, e possono andare dai buoni per la spesa dei dipendenti fino all’asilo aziendale, passando dal “maggiordomo aziendale”, ovvero una figura presente per un tot tempo in azienda a supporto dei lavoratori, per aiutarli a sbrigare sia questioni amministrative che personali. E proprio l’ecletticità è una delle caratteristiche più richieste per questo tipo di professionista, al quale si richiedono così capacità di ascolto delle istanze dei dipendenti come abilità nella risoluzione dei problemi che via via si pongono davanti alla strada.

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«Ad ogni singolo momento del ciclo di vita personale/lavorativo corrisponde una differente esigenza di conciliare gli impegni lavorativi con quelli personali, di conseguenza il welfare manager si focalizza sui progetti di work-life balance e sullo sviluppo di iniziative a sostegno del benessere delle persone», questa la tesi di Elisabetta Dallavalle, responsabile welfare, in Nestlé dal 1991.

Una figura capace di dare vantaggi così al lavoratore come al datore di lavoro, la cui importanza si sta affermando proprio in questa fase storica. Ma quali sono le caratteristiche principali? «È essenziale avere buone capacità relazionali ed organizzative. Sono richieste competenze e capacità manageriali, di project management, comunicazione e finanza e una grande dose di umiltà, generosità e capacità di ascolto delle persone», questa la tesi di Elisabetta Dallavalle.