Sono stati presentati oggi a Milano dal Forum per la Finanza Sostenibile, in collaborazione con la Camera di Commercio, i risultati dello studio paneuropeo di Eurosif sul mercato dell’Investimento Sostenibile e Responsabile.
L’edizione 2012 ha evidenziato un’espansione del mercato europeo con annessa una crescente differenziazione e complessità degli approcci poiché gli investitori del vecchio continente adottano una gamma sempre più ampia di strategie di investimento responsabile, spesso in combinazione tra loro. Per quattro di queste strategie gli asset under management (AuM) sono aumentati più del 90%, nel biennio 2009-2011.
Per quanto concerne l’Italia, viene evidenziato nello studio come i numeri del mercato continuano ad essere influenzati da pochi grandi player. Più nello specifico “la predominanza di strategie quali l’Exclusions, pari a € 446,79 miliardi di AuM a fine 2011, e il Norms-based screening , € 314,25 miliardi di AuM, deriva essenzialmente dalle scelte di investimento compiute da Pioneer Investments e dal Gruppo Generali”, viene spiegato.
Di contro, viene ravvisato un certo dinamismo tra i fondi pensione che mostrano una crescente consapevolezza in tema di Investimento Sostenibile e Responsabile sia da un punto di vista culturale che tecnico mentre si sottolinea che nel segmento retail la situazione appare in stallo “con pochi casi di best practice e un’industria dell’asset management ancora riluttante ad integrare le strategie SRI in prodotti di investimento”
Maria Paola Marchello, curatrice della sezione italiana dello studio ha spiegato: “Gli auspici di una futura crescita del mercato Italiano dell’SRI si basano sui segnali positivi registrati, in particolare, tra i fondi pensione e le imprese assicuratrici. Inoltre, la recente firma della Carta dell’Investimento Sostenibile e Responsabile da parte dei vertici delle maggiori associazioni di rappresentanza del settore finanziario costituisce un ulteriore segnale dell’impegno nella promozione dell’SRI in Italia”.