Come leggere la busta paga: retribuzioni e stipendio netto

di Anna Fabi

11 Gennaio 2024 15:38

Busta paga e trattamento economico del personale: ecco come leggere le diverse voci della retribuzione a carattere fisso e variabile.

Leggere e comprendere le  voci della busta paga consegnata dal datore di lavoro ai dipendenti ogni mese può essere difficile in presenza di bonus o agevolazioni, come l’esonero IVS dovuto al nuovo sconto contributivo per i redditi fino a 35mila euro. La Legge di Bilancio 2024 ha infatti esteso a tutto il nuovo anno il taglio del cuneo fiscale per le retribuzioni medio-basse, per far fronte al rincaro del costo della vita. Il beneficio si traduce in un incremento dello stipendio netto applicato però mese per mese, se si verificano i requisiti.

=> Calcolo stipendio netto in busta paga

Vediamo nel dettaglio ogni elemento che porta alla definizione del compenso totale mensile e come distinguere le diverse voci del salario fisso e variabile della busta paga.

Busta paga: cosa si intende?

Al momento della corresponsione degli stipendi,  il datore di lavoro deve consegnare ai propri dipendente la busta paga (o cedolino) affinché siano a conoscenza delle operazioni che hanno portato allo stipendio netto corrisposto a partire dalla RAL lorda annua.

Tra le voci che concorrono alla formazione della base imponibile del reddito di lavoro dipendente ci sono: stipendi; salari; superminimi; trattamenti accessori; gratifiche; premi; incentivi; compensi. Ma ci sono anche le detrazioni per lavoro dipendente e le trattenute fiscali e previdenziali, che variano in base alla RAL e al lordo mensile. Sulla base imponibile si calcola anche lo sconto sui contributi INPS:

  • taglio del 6% fino a 35mila euro annui lordi rapportati su base mensile (stipendio lordo di 2.692 euro), per i periodi di paga da gennaio a dicembre 2024;
  • taglio del 7% fino a 25mila euro (limite retributivo mensile fino a 1.923 euro) per i periodi di paga da gennaio a dicembre 2024.

Per calcolare l’incremento dello stipendio netto p necessario tenere presente che lo sgravio è applicato mese per mese, in base al lordo mensile indicato nel cedolino paga del mese di competenza.

Che differenza c’è tra cedolino e busta paga?

Non ci sono differenze: il documento che attesta l’erogazione mensile della retribuzione può essere denominato busta paga, statino o cedolino paga. Viene di norma elaborato dall’ufficio paghe delle aziende per i propri dipendenti oppure ne viene affidata la gestione a studi esterni di consulenza ed elaborazione dei prospetti paga.

Busta paga: come si calcola?

Per definire la busta paga mensile si parte dal trattamento economico annuale del personale, che è solitamente composto da 12 mensilità di uguale importo, da corrispondere posticipatamente al mese di riferimento (se si considerano anche la 13esima e la eventuale 14esima, allora si parla di RAL, retribuzione Annua Lorda).

Per calcolare la retribuzione base i lavoratori vengono associati a un livello (solitamente dal 1° al quadro) cui corrisponde una determinata indennità. I contratti collettivi di lavoro (CCNL) stabiliscono le retribuzioni minime relative ad ogni singolo livello di inquadramento.

In busta paga dovrà essere indicato: nome della società e del dipendente, livello e qualifica in cui questi è inquadrato, periodo di riferimento, assegni per il nucleo familiare, quantità di ferie disponibili ed anche l’accantonamento per il TRF applicato.

=> Come creare una busta paga in Excel

Come si compone la busta paga?

Nella composizione dello statino paga possono concorrere diversi elementi reddituali che variano in base al settore economico di appartenenza del lavoratore subordinato e agli accordi di categoria.

Le due categorie principali sono: elementi fissi della retribuzione; elementi variabili della retribuzione.

Voci del salario fisso: quali sono?

La retribuzione diretta in busta paga è composta in primis da voci fisse: minimo contrattuale (paga base), indennità di contingenza, EDR, terzo elemento, scatti di anzianità ed eventuali indennità aggiuntive (superminimi, ecc.).

Alla retribuzione di base dovranno essere aggiunte eventualmente le indennità per prestazioni di lavoro straordinario, per prestazioni di lavoro notturno, gli assegni “ad personam”, tredicesima, quattordicesima, scatti di anzianità e premi di produzione.

Voci del salario variabile: quali sono?

Tra gli elementi variabili della busta paga rientrano: straordinari, indennità: per turni, per notturno, di disagiata sede, trasferta, sussidi e assegni per familiari a carico, tredicesima e quattordicesima, lavoro festivo, giorni malattia retribuiti, rimborsi e conguagli, premi.

La quota retribuzione per lavoro notturno, per esempio, è tassata con l’imposta sostitutiva del 10% in luogo dell’ordinaria tassazione ad aliquote IRPEF progressive, indipendentemente dalla frequenza con cui il lavoratore viene impiegato nei turni di notte.

Per premio di produzione si intende l’incentivo offerto ai dipendenti allo scopo di migliorare servizio e competitività dell’azienda. Vengono definiti obiettivi e programmi a carattere aziendale, di gruppo o individuali. Gli obiettivi, solitamente annuali, devono essere consegnati in tempo utile affinché si possa predisporre un’adeguata programmazione.

Anche sui premi di produttività è esteso il trattamento agevolato fino a 3mila euro (tassato al 5% dal 2023), riservato ai lavoratori dipendenti del settore privato, che nel corso dell’anno hanno prodotto un reddito da lavoro dipendente non superiore alla soglia stabilita: queste voci di salario sono soggette ad un’imposta sostitutiva dell’IRPEF e delle addizionali in misura ridotta.

Tredicesima e quattordicesima: quando arrivano?

Nel mese di dicembre le imprese erogano la tredicesima, pari alla retribuzione individuale mensile dello stesso mese. In caso di inizio o cessazione di rapporto di lavoro in corso d’anno, il lavoratore percepirà tanti dodicesimi quanti sono stati i mesi effettivamente lavorati. Anche la quattordicesima è erogata nella medesima maniera, ma a luglio.

Quali trattenute e tasse nel cedolino?

I redditi di lavoro dipendente assumono rilevanza fiscale secondo il principio di cassa, pertanto le retribuzioni risultano essere imponibili al momento della corresponsione.

Una volta calcolata la base imponibile si dovrà determinare la contribuzione INPS e l’imposta sul reddito delle persone fisiche attraverso l’applicazione delle aliquote IRPEF.

Sul reddito complessivo il datore di lavoro deve trattenere, e quindi darne evidenza in busta paga, le addizionali regionali e comunali dovute rispettivamente a Regione e Comune in cui il dipendente ha il domicilio fiscale.

Dopo aver determinato l’imposta lorda occorre tenere conto delle detrazioni in modo da ottenere l’imposta IRPEF netta.

Quando arriva la busta paga?

La consegna della busta paga deve essere contestuale al versamento dello stipendio. Il documento è necessario per attestare l’avvenuta retribuzione e la propria affidabilità creditizia (ad esempio è utile quando si chiede un mutuo o un prestito) e risponde ad un diritto del lavoratore sancito dalla Legge n. 4/1953:

  • l’articolo 1 prevede l’obbligo di prospetto di paga ai dipendenti (esclusi i dirigenti) all’atto della retribuzione.
  • l’articolo 3 prevede che il cedolino paga sia consegnato nello stesso momento della retribuzione.

In caso di ritardo od omissione scattano severe sanzioni pecuniarie per il datore di lavoro.