SISTRI: sospensione per imprese dal 30 giugno

di Nicola Santangelo

Pubblicato 19 Giugno 2012
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:45

Anche questa volta, alla scadenza fissata del 30 giugno, il SISTRI non partirà . Il Decreto Legge Sviluppo ne ha determinato la sospensione, a dispetto delle imprese che da due anni pagano il relativo contributo e di quelle che aspettavano il debutto di un valido strumento di gestione rifiuti, nonché un deterrente per la criminalità .

Infiniti rinvii – fino all'ultima sospensione, dopo l’ultima (?) proroga concessa dal Decreto Milleproroghe, che aveva fatto slittare la data di entrata in vigore a regime al 30 giugno 2012.

Ma neanche questa sarà  la volta decisiva: l’ennesima imbarazzante posticipazione forse sarà  l’ultima. Di fatto, già  si parla di un nuovo progetto visto lo stop fino a giugno 2013.

Per la verità  il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, ha lavorato affinché il SISTRI entrasse in funzione entro la data stabilita dopo il via libera di Selex Service Management (la società  che ha realizzato il sistema), a margine dei test senza anomalie riscontrate.

Ironia della sorte, il sistema di tracciabilità  dei rifiuti si è anche aggiudicato il premio Innovation Awards 2012 nella sezione “Most society impacting network of the year”. Curioso come un sistema fallimentare venga considerato da Cisco, colosso dell’Informatica, l'innovazione più importante del 2012.

Insomma, l’evidenza pratica che il sistema non funziona correttamente e i dubbi persistenti sulla gara di assegnazione alla Selex (oggetto di inchiesta da parte della Procura di Napoli) ha fatto pendere l’ago della bilancia verso la sospensione del SISTRI: la quasi totalità  del mondo industriale era da tempo favorevole alla sua cancellazione, preoccupare che proprio il SISTRI fosse lo strumento cui il Governo e le istituzioni sembravano puntare maggiormente.

Attualmente non è dato sapere al 100% se il SISTRI entrerà  mai in vigore a regime o se sarà  riveduto e corretto lasciando spazio ad un nuovo progetto: certo questo fallimento è veramente imbarazzante, senza contare i costi che le imprese sono state chiamate a sostenere e l'enorme spesa pubblica che in periodi di spending review non è da sottovalutare.

Che ne sarà  delle contributi SISTRI anticipati dagli imprenditori per la quota di iscrizione e per l’apparecchiatura? E vogliamo parlare dei costi invisibili quali le numerose ore sprecate a cercare di accedere ad un sistema inaccessibile o al cattivo funzionamento delle USB? Ipotizzando che il SISTRI non dovesse davvero mai partite, come saranno rimborsate le imprese italiane?