E’ stata caccia al testo del decreto legge recante “Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria”: in questi giorni imprese, giornalisti, addetti ai lavori, tutti a cercare disperatamente il testo della Manovra Correttiva 2011 approvata in Consiglio dei Ministri e giunta solo oggi al Quirinale, per il vaglio e la firma del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Né ve ne era traccia in Gazzetta Ufficiale
(Manovra Finanziaria 2011: Testo sottoposto al Quirinale).
Insomma, tutti ne parlano, ne descrivono le misure, minacciano ricorsi e scioperi ma nessuno fino ad oggi era stato in grado di scorrere riga per riga il testo definitivo del provvedimento, che si compone di 39 articoli e due allegati. Fino ad oggi era disponibile solo la bozza del Dl, nella sua versione del 30 giugno 2011, il cui testo – ha dichiarato alla stampa Tremonti – reca disposizioni di bilancio “coerenti con gli obiettivi di manovra condivisi in sede europea”.
Testo finale alla mano, vediamo in cosa consta la manovra finanziaria 2011, il cui testo si articola in 4 parti:
- contenimento dei costi della politica (indennità per i parlamentari, voli di Stato, auto blu);
- misure generali di contenimento della spesa;
- disposizioni in materia di entrate tributarie;
- misure per sostenere lo sviluppo.
Il grosso dei tagli riguarda il biennio 2013-2014 e sono state ben poche le misure positive snocciolate a margine della conferenza ufficiale di presentazione: fiscalità di vantaggio per l’imprenditoria giovanile (forfait del 5%) e lavoratori in mobilità ; attivazione del capitale di rischio verso le start-up; contributi per le imprese agricole colpite dalla crisi, liberalizzazione sugli orari di apertura e chiusura e turni di riposo settimanale per gli esercizi commerciali dei comuni in aree turistiche e nelle città d'arte (un bene per le imprese, meno per i dipendenti…).
Per il resto, la scure si è abbattuta come spesso accade sui piccoli e con particolare veemenza per quanto concerne la famigerata legge delega per la riforma fiscale e assistenziale.
Confermata la riduzione a tre aliquote IRPEF per il prelievo sui redditi personali (20%, 30%, 40%) e la semplificazione dei tributi statali ridotti a cinque (imposte sui redditi, imposte sul valore aggiunto, imposte sui servizi ed accisa).
In generale, nel testo si parla di razionalizzazione delle agevolazioni esistenti: cosa vuol dire? Giro di vite sui regimi fiscali agevolati. Lo scotto da pagare per godere della Santo Graal promesso da tempo: l’abolizione (graduale) dell’IRAP.
Ciliegina sulla torta: il blocco del turn-over ed estensione a tutto il 2014 del già deprecabile blocco degli scatti sugli stipendi dei dipendenti pubblici (sta già partendo il ricorso per incostituzionalità della misura), tagli netti sulle pensioni (blocco rivalutazione, limiti agli assegni di reversibilità , innalzamento dei requisiti per maturare l’indennità …. ).
Un’estate in allegria.