Redditometro 2012-2013 in arrivo: ecco le novità

di Francesca Vinciarelli

Pubblicato 12 Settembre 2012
Aggiornato 3 Dicembre 2012 09:03

Il direttore dell'Agenzia delle Entrate Attilio Befera spiega il nuovo Redditometro 2012-2013: tra le novità, il meccanismo in due tempi ed il controllo fai da te; critici i commercialisti.

Il nuovo Redditometro arriverà presto e come sempre l’annuncio di un nuovo misuratore economico non lascia indifferenti imprese e liberi professionisti. Ad illustrare le novità del Redditometro 2012-2013 è stato il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera,che ha fatto il punto sugli aggiornamenti in via di implementazione nel redditometro, per renderlo più efficace e colpire chi realmente non paga le tasse.

Il tutto, mentre i commercialisti esprimono preoccupazione per un concreto «rischio che gli studi di settore diventino uno strumento di repressione».

Il redditometro, lo ricordiamo, è uno strumento ideato per combattere l’evasione fiscale incrociando le informazioni relative al reddito e alle spese effettuate. In caso di discrepanze evidenti (superiori al 20%) tra l’effettivo tenore di vita del contribuente e quanto dichiarato al Fisco scattano gli accertamenti esecutivi.

In tutto sono 100 gli indicatori del redditometro, suddivisi in 7 macro categorie, che dovrebbero dare informazioni su quella che è la reale capacità di spesa del contribuente e quindi del suo reddito presunto.

Redditometro in due parti

Di fronte alla Commissione Finanze della Camera, Befera ha illustrato la novità di maggiore rilievo: ci saranno «due forme di redditometro, uno per la selezione preventiva e uno per le attività di controllo».

Questo meccanismo viene incontro al contribuente al quale viene fornito uno strumento di auto-diagnosi privato per verificare la congruità tra spese e reddito dichiarato prima che scattino eventuali controlli. Il nuovo Redditometro, infatti, si sdoppia e prevede la possibilità per i contribuenti di verificare da soli la propria situazione, per mezzo di un software ad hoc nel quale inserire i propri dati e le proprie spese così da incrociarli con la propria dichiarazione dei redditi.

Un meccanismo studiato anche a fronte delle pesanti critiche sollevate in generale sulla severità dei controlli fiscali e più in particolare su Equitalia. Tema riguardo al quale Befera ha voluto sottolineare che «da quando sono direttore abbiamo recuperato oltre 40 miliardi di euro di evasione. Sentendo i vostri interventi ho la sensazione che questi soldi li abbiamo presi a cittadini onesti, vessati. Credo non sia questa la realtà». Quella della lotta all’evasione fiscale per il direttore è una guerra rispetto alla quale «mi devo convincere che non siamo soli».

E sulle potenzialità del Redditometro per la lotta all’evasione fiscale ci sono molte aspettative da parte del Fisco, nonostante lo strumento sia stato presentato ormai da quasi un anno (la presentazione ufficiale risale al 25 ottobre 2011) e sia ancora in fase di sperimentazione.

Dubbi sul Redditometro

Tra le principali perplessità legate al redditometro ci sono questioni come il peso da assegnare alle varie voci analizzate, per stabilire il reale tenore di vita e lo scostamento tra quest’ultimo ed il reddito dichiarato oltre il quale far scattare i controlli.

L’altro grande nodo sul redditometro è: il redditometro è troppo invasivo? Per molti questo strumento rappresenta una sorta di uno studio di settore applicato a 360 gradi su tutti i contribuenti.

In gioco ci saranno infatti anche coefficienti di moltiplicazione legati alla ricchezza dell’area geografica nella quale si risiede e al nucleo familiare. Coefficienti che hanno creato non pochi problemi anche con gli studi di settore, i quali si applicano però a soli 5 milioni di partite IVA, mentre il redditometro a ben 22 milioni di famiglie e 50 milioni di contribuenti.

Befera ha in più occasioni sottolineato che il redditometro servirà semplicemente a far emergere i casi più a rischio, facendo partire la segnalazione dalla quale prenderanno il via accertamenti più approfonditi.

Ma la preoccupazione che il redditometro si trasformi in uno strumento automatico con valore legale «comportando l’inversione dell’onere della prova a carico del contribuente», ribadita dal presidente dei commercialisti, Claudio Siciliotti, rimane.