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Guida al Bonus Mobili 2023 e i documenti da conservare

di Anna Fabi

Guida al Bonus Mobili 2023, con le novità contenute nella Manovra in vigore dal 1° gennaio, la procedura e la documentazione da conservare.

Nel 2023 sono scesi i massimali si spesa del Bonus Mobili, per l’acquisto di arredi e grandi elettrodomestici ad alta efficienza energetica associate ad una ristrutturazione edilizia. La detrazione è sempre pari al 50% spalmabile in 10 rate annuali di pari importo il dichiarazione dei redditi, applicabile sulle spese sostenute, ma quest’anno si può spendere al massimo 8mila euro, per una detrazione non superiore a 4mila euro.

Alla luce della nuova Guida 2023 a cura del Fisco, vediamo di seguito gli interventi che danno diritto all’agevolazione, i requisiti e la documentazione da conservare.

Interventi abbinabili al Bonus Mobili

Per accedere all’agevolazione nota come Bonus Mobili è necessario che i lavori edilizi ai quali abbinare la detrazione fiscale siano almeno di manutenzione straordinaria. Questo, sia su singole unità immobiliari residenziali sia su parti comuni di edifici residenziali (ciascuno per la propria quota e solo per i beni acquistati e destinati ad arredare tali parti comuni).

Pertanto, sono esclusi interventi come tinteggiature, rifacimento dei pavimenti, infissi e riparazioni

Invece, vi rientra il rifacimento integrale del bagno con sostituzione delle tubature o il rifacimento del tetto in una villetta monofamiliare. Sì anche alla detrazione fiscale per acquisti di mobili abbinati ad interventi finalizzati al risparmio energetico, purché si tratti della sostituzione di elementi essenziali degli impianti tecnologici con altri che permettano di ottenere risparmi energetici rispetto alla situazione preesistente. Il bonus spetta anche ai contribuenti che usufruiscono del Sismabonus e del Superbonus.

Infine, si può accedere al Bonus Mobili anche se si acquista casa da imprese o cooperative che lo hanno ristrutturato nei 18 mesi precedenti.

Data acquisti con Bonus Mobili

In generale, gli arredi possono essere pagati nel 2023 anche successivamente ai lavori nell’immobile oggetto di ristrutturazione agevolata, purché avviati in data antecedente agli acquisti. E’ dunque possibile richiedere il Bonus Mobili anche per gli arredi e gli elettrodomestici acquistati quest’anno  e correlati ad interventi edilizi eseguiti lo scorso anno e  e non ancora terminati.

Tetto massimo 2023

Il tetto di spesa 2023 è pari a 8mila euro. Come sempre, la soglia si considera al netto delle eventuali spese sostenute nell’anno precedente e per le quali si è usufruito della detrazione. Il tetto massimo si applica anche nel caso in cui i mobili vengano acquistati nel corso dei due anni. Nel 2024, in base al dettato normativo, l’importo massimo di spesa detraibile al 50% afferente ad acquisti con Bonus Arredi scenderà a 5mila euro.

Modalità di pagamento

Perché il bonus per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici venga riconosciuto è necessario pagare con strumenti tracciabili:

  • bonifico con indicazione della causale del versamento, codice fiscale del beneficiario della detrazione e della partita IVA o del codice fiscale del rivenditore;
  • carta di credito o debito.
  • modalità tracciabili di altra natura.

Gli acquisti di alcuni elettrodomestici (forni, frigoriferi, lavastoviglie, piani cottura elettrici, lavasciuga, lavatrici) vanno comunicati all’ENEA nell’ambito delle dichiarazioni ai fini dei “Bonus casa”.

Mobili acquistati all’estero

Il Bonus Mobili è valido anche per arredamenti ed elettrodomestici acquistati all’estero. In questo caso il pagamento può avvenire anche per mezzo di un ordinario bonifico internazionale (bancario o postale) che contenga il codice fiscale del beneficiario della detrazione e la causale del versamento, il numero di partita IVA  o il codice fiscale del soggetto a favore del quale il bonifico è effettuato possono essere sostituiti dall’analogo codice identificativo eventualmente attribuito dal Paese estero.

Documenti da conservare per il Bonus Mobili

Per accedere al Bonus Mobili bisogna conservare una serie di documenti, che tra l’altro tengono conto della ripartizione della detrazione IRPEF in dichiarazione tra tutti gli aventi diritto, ossia tra coloro che hanno sostenuto le spese, così come emerge dai documenti fiscali e commerciali:

  • ricevuta del bonifico,
  • ricevuta di avvenuta transazione (per i pagamenti con carta),
  • documentazione di addebito sul conto corrente,
  • fatture di acquisto dei beni, riportanti la natura, la qualità e la quantità dei beni e dei servizi acquisiti.