Tasso di interesse legale per debiti fiscali e previdenziali in aumento

di Anna Fabi

27 Settembre 2022 10:30

Cosa sono gli interessi legali, a quanto ammontano, come si calcolano e applicano e come incidono inflazione e rivalutazione ISTAT.

I crediti liquidi ed esigibili di somme di denaro producono interessi di pieno diritto: lo stabilisce il Codice Civile, permettendo dunque l’applicazione di interessi legali (il cosiddetto “saggio”), sul pagamento di determinate tipologie di debito. Un onere aggiuntivo su cui grava anche l’aumento dell’inflazione, dal momento che tale saggio si adegua ogni anno alla rivalutazione stabilita.

Vediamo quali sono i debiti e i pagamenti per i quali spetta tale interesse e con quali importi.

Cosa sono gli interessi legali

Gli interessi legali sono gli importi aggiuntivi che bisogna versare nel momento in cui si effettua un pagamento rateale o si ricorre all’istituto del ravvedimento operoso per regolarizzare eventuali omissioni fiscali, o insufficienti, o tardivi versamenti tributari. Gli interessi legali decorrono dal momento in cui il credito diventa liquido ed esigibile. Tale obbligo accessorio è previsto dagli articoli 1282, 1283 e 1284 del Codice Civile.

Gli interessi legali non vanno confusi con gli interessi di mora, solitamente più alti, rappresentando una sanzione applicabile ad esempio quando non si rispettano delle scadenze fiscali e/o di pagamento.

Su quali rateazioni si applicano

Gli interessi legali si applicano anche in caso di rateazione di somme dovute per ile seguenti tipologie di pagamento:

  •  inviti al contraddittorio dal giorno successivo al versamento della prima rata;
  •  processi verbali di constatazione dal giorno successivo alla data di notifica dell’atto di definizione;
  •  accertamento con adesione dalla data di perfezionamento dell’atto di adesione;
  •  acquiescenza all’accertamento dal giorno successivo al versamento della prima rata;
  •  conciliazione giudiziale dal giorno dopo il processo verbale di conciliazione o comunicazione di estinzione del giudizio.

Come incide la rivalutazione ISTAT sugli interessi legali

La misura degli interessi legali viene dunque stabilita annualmente, tenendo conto della rivalutazione ISTAT (adeguamento all’inflazione), aggiornando l’importo della somma accessoria dovuta in base alle variazioni del costo della vita.

La variazione del tasso legale produce effetti sui debiti di natura previdenziale e fiscale (es.: sanzioni e rateazioni INPS, debiti contributivi ed assicurativi INPS ed INAIL, ecc.), nonché sui contratti per i quali non sia stato definito un differente tasso.

A quanto ammonta il saggio legale 2022

Dal 1° gennaio 2022 la misura del saggio degli interessi legali – comunemente detta “saggio” – è pari all’1,25% annuo, come stabilito dall’articolo 1 del Decreto Ministeriale del 13 dicembre 2021.

Il Ministro del Tesoro, infatti, per legge ha la facoltà di adeguare la misura del tasso legale in considerazione del rendimento lordo dei titoli di Stato di durata non superiore a dodici mesi e del tasso di inflazione registrato nell’anno  (art. 1284 c. 1 Codice Civile).

Con quale formula si calcolano gli interessi legali?

Gli interessi legali su una somma da restituire o pagare a rate si calcolano moltiplicando il capitale dovuto per il tasso applicato e il tempo trascorso, dividendo poi il prodotto per 100. La formula per il calcolo degli interessi legali è la seguente:

I = (C x S x T) / 100

C rappresenta il capitale da restituire, S il saggio d’interesse e T il tempo in anni. Se si vuole calcolare in base ai giorni si divide per 36500, in base ai mesi per 1200.

Cosa aspettarsi per i tassi 2023

Il decreto ministeriale deve essere pubblicato ogni anno entro il 15 dicembre, per avere effetti sui debiti a partire dal 1° gennaio dell’anno successivo. Dunque, occhi puntati sull’andamento dell’inflazione, che potrebbe avere effetti sui versamenti dovuti nei confronti di INPS, INAIL e Agenzia delle Entrate a partire dal prossimo anno per rateazioni di pagamenti soggetti ad interesse legale.

Se pensiamo che il tasso è stato alzato quest’anno dallo 0,01 del 2021 all’1,25%, alla luce dei picchi inflazionistici che stiamo vivendo non è azzardato temere una vera e propria stangata per il 2023, con un ulteriore fardello sulle spalle delle famiglie italiane.

L’altro parametro da tenere sotto osservazione è il rendimento medio annuo dei titoli di Stato di durata inferiore ai dodici mesi, anche quest’ultimo peraltro in netta salita.