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Quando pagano il reddito di cittadinanza a novembre

di Noemi Ricci

20 Novembre 2023 11:42

In pagamento del Reddito di Cittadinanza di novembre 2023 ed il Supporto alla Formazione e Lavoro: ecco chi li riceverà e quando.

Il Reddito di Cittadinanza è alle battute finali, ma ci sono ancora nuclei familiari che hanno ancora diritto a ricevere il sussidio fino alla fine dell’anno. Vediamo chi riceve il pagamento RdC di novembre 2023 (per i nuclei in cui ci sono minori, ultrasessantenni o disabili resta confermata la ricarica della card RdC fino al 31 dicembre) e chi può sperare nel ripescaggio dopo la sospensione.

Tra le novità dell’RdC di novembre, infatti, ricordiamo la proroga per gli inoccupabili prevista dal Collegato alla Manovra 2024: entro la fine del mese, i nuclei con il sussidio sospeso da luglio possono ancora essere ripescati e presi in carico da parte dei servizi sociali, vedendosi così riconosciuti gli arretrati dalla sospensione in poi.

Per chi non può più percepire l’RdC ma è fuori dal raggio d’azione dell’Assegno di Inclusione (AdI) è in arrivo l’accredito del Supporto Formazione e Lavoro (SFL). Vediamo per chi e quando arrivano i due sussidi.

Reddito di Cittadinanza: chi lo riceverà a novembre 2023

Fino alla fine dell’anno, quindi anche a novembre, il Reddito di Cittadinanza continuerà ad essere erogato alle seguenti categorie di nuclei familiari:

  • persone con disabilità ai fini ISEE;
  • famiglie con minori;
  • individui di almeno sessant’anni d’età.

Continuano a percepire l’RdC anche gli inoccupabili presi in carico da parte dei servizi sociali entro novembre.

Ricarica RdC novembre 2023: quando arriva

Per gli aventi diritto, le ricariche della carta RdC arriveranno a partire dal 14 novembre.

Quando arriva SFL a novembre

Per i nuclei familiari che non rientrano nelle situazioni ritenute di disagio sociale, al posto del RdC arriva il Supporto Formazione e Lavoro. Questo può essere richiesto dai soggetti considerati idonei per l’occupazione, tra 18 e 59 anni, con ISEE familiare non superiore a 6.000 euro annui, che non soddisfano i requisiti per l’Assegno di Inclusione (AdI).

Questa misura è stata concepita per agevolare l’inserimento nel mondo del lavoro di coloro che sono a rischio di esclusione sociale, attraverso la partecipazione a programmi di formazione.

=> RDC per chi è in disagio sociale: istruzioni e chiarimenti

La richiesta può essere inoltrata tramite il portale SIISL (accessibile con SPID) e, in caso di approvazione, i richiedenti riceveranno un’indennità di 350 euro al mese dall’INPS per un massimo di 12 mesi. I pagamenti SFL saranno effettuati secondo il seguente calendario:

  • dal 15 di novembre per coloro che hanno presentato la domanda a ottobre, dopo il 15 del mese;
  • dal 27 novembre per coloro che hanno presentato la domanda tra l’1 e il 15 novembre.

Chi inoltrerà l’istanza dopo il 15 novembre riceverà il sussidio a dicembre.

Cosa succede ai percettori RdC dal 2024

A partire dal 1° gennaio 2024, il Reddito di Cittadinanza, uno dei pilastri delle politiche di inclusione sociale di questi anni, sarà sostituito dall’entrata in vigore del nuovo Assegno di Inclusione. Le regole sono contenute nel Decreto Lavoro (DL 48/2023). A differenza del vecchio sussidio, il nuovo sussidio non spetta a coloro che sono disoccupati ma occupabili, né a coloro che non hanno minori, anziani o persone con disabilità nella propria famiglia.

L’Ufficio Parlamentare di Bilancio stima che ci siano 740.000 persone che hanno diritto al sussidio, di cui circa 690.000 già beneficiari del Reddito di Cittadinanza (RdC) e 50.000 nuovi beneficiari. Questi ultimi sono stranieri che sono stati inclusi grazie all’allentamento del requisito di residenza in Italia, ridotto da 10 a 5 anni, associato alla cittadinanza italiana o a quella di un altro Stato dell’Unione Europea, o al permesso di soggiorno di lunga durata.

L’importo del sussidio resta di 780 euro (500 euro di base più eventuali 280 euro di integrazione per l’affitto, oppure 630 euro di base più 150 euro per l’affitto per gli ultra 67enni) e i requisiti di base (residenza in Italia, ISEE, patrimonio) sono simili a quelli del RdC. La durata del sussidio, invece, è di 18 mesi, prorogabili per altri 12 mesi.

Il Patto per il Lavoro diventa il Patto di Attivazione Digitale e prevede sempre il coinvolgimento dei Centri per l’Impiego, ma le regole sulla decadenza sono più rigide. I beneficiari del Patto di Attivazione Digitale tra i 18 e i 59 anni hanno l’obbligo di accettare la prima offerta di lavoro a tempo pieno o parziale (con un orario pari almeno al 60%) e una retribuzione non inferiore ai minimi salariali. L’offerta di lavoro a tempo indeterminato può essere su tutto il territorio nazionale e deve essere accettata entro 80 km dal domicilio.

Il requisito di reddito per l’Assegno di Inclusione è il seguente ISEE fino a 9.360 euro e reddito familiare non superiore a 6.000 euro moltiplicato per la nuova scala di equivalenza, oppure 7.560 euro per nuclei familiari composti da persone oltre i 67 anni o in condizione di disabilità grave o non autosufficienza.

La scala di equivalenza per l’Assegno di Inclusione prevede un coefficiente pari a 1, a cui si aggiungono delle componenti per determinate tipologie nei seguenti casi:

  • 0,4 per familiari con carichi di cura;
  • 0,5 per ultra 60enni, persone con disabilità o soggetti con invalidità civile temporanea;
  • 0,15 per ogni minorenne (fino a un massimo di due);
  • 0,10 per ogni minorenne oltre il secondo.

Il totale non può superare 2,2, ma può arrivare a 2,3 in presenza di persone con disabilità grave. La scala di equivalenza del RdC prevedeva invece un incremento di 0,4 per ogni maggiorenne e 0,2 per ogni minorenne. Il tetto era sempre 2,2 e poteva arrivare a 2,3 in presenza di persone con disabilità.

I requisiti patrimoniali per l’Assegno di Inclusione includono:

  • un patrimonio immobiliare fino a 30.000 euro, esclusa la prima casa che non può valere più di 150.000 euro ai fini IMU;
  • un patrimonio mobiliare fino a 6.000 euro, con un incremento di 2.000 euro per ogni componente successivo al primo fino a un massimo di 10.000 euro.

Ci sono ulteriori incrementi di mille euro per ogni minorenne successivo al secondo, 5.000 euro per ogni componente con disabilità e 7.500 euro per ogni componente in condizione di disabilità grave o non autosufficienza. Ci sono anche regole specifiche per i beni di lusso come auto e moto di grossa cilindrata e imbarcazioni.