Lavoro disabili e indennità di accompagnamento: compatibili?

Risposta di Barbara Weisz

7 Marzo 2024 13:59

Rosario chiede:

Mio figlio disabile al 100% con accompagnamento può partecipare a un progetto di inclusione lavorativa senza perdere l’indennità di accompagnamento? Eventualmente, quali sono i massimali retributivi? Qual è la prassi da seguire?

Le confermo che l’indennità di accompagnamento è compatibile con i redditi da lavoro ed anche con l’ADI, che addirittura prevede l’avvio di progetti di inclusione sociale.

L’accompagnamento è un ammortizzatore sociale non sottoposto alla prova dei mezzi, regolato dalla legge 18/1980, che non prevede alcuna norma di incompatibilità con prestazioni lavorative, Lo sottolinea anche l’INPS nelle pagine online dedicate a questa prestazione: l’indennità è compatibile con lo svolgimento di attività lavorativa, dipendente o autonoma.

In altri termini, suo figlio può lavorare perché l’assegno di accompagnamento non esclude questa possibilità, così come (ricorrendo tutti gli altri requisiti) può chiedere l’Assegno di Inclusione e partecipare a progetti di inserimento lavorativo.

Può anche attivarsi per trovare un’occupazione stabile, rivolgendosi eventualmente a un centro per l’impiego.

Come dicevo, avrebbe anche diritto all’Assegno di Inclusione ricorrendo gli altri requisiti del caso, perché questo ammortizzatore sociale, che dal primo gennaio 2024 ha sostituito il reddito di cittadinanza, è cumulabile con determinate prestazioni fra cui  l’indennità di accompagnamento per i disabili. Quindi, in presenza di tutti i requisiti, suo figlio può presentare domanda e partecipare a progetti di inclusione lavorativa.

L’Assegno di Inclusione è stato introdotto dal DL 48/2023, articolo 11, fra le categoria di aventi diritto ci sono le persone con disabilità. Le indicazioni operative per ottenerlo sono contenute nella circolare INPS 105/2023.

Sono previsti requisiti reddituali: ISEE non superiore a 9mila 360 euro, valore del reddito familiare inferiore a una soglia di 6mila euro annui moltiplicata per il corrispondente parametro della scala di equivalenza. Se le persone che compongono il nucleo familiare sono tutte over 67, la soglia di partenza a cui poi si applica la scala di equivalenza sale a 7mila 560 euro.

Il valore del patrimonio immobiliare non deve superare i 30mila euro (escludendo la prima casa fino a un massimo di 150mila euro). Infine, ci sono soglie per il patrimonio mobiliare: 6mila euro, oppure 8mila euro per i nuclei composti da due persone e 10mila euro invece con almeno tre componenti.

In presenza di persone con invalidità grave o non autosufficienza (mi pare sia il vostro caso), i valori sopra esposti sono aumentati di 7mila 500 euro. E comunque, ai fini del superamento delle soglie reddituali, non rilevano i trattamenti percepiti in ragione della condizione di disabilità e per le prestazioni non sottoposte alla prova dei mezzi.

Quindi, deve verificare che siano rispettate le condizioni sopra esposte relative a nucleo familiare e beni di lusso.

Per chiedere l’ADI è prevista la presentazione della domanda all’INPS attraverso specifica procedura telematica, l’iscrizione alla piattaforma SIISL e l’attivazione di un patto di attivazione digitale (è possibile faro contestualmente alla presentazione della domanda o in un momento successivo).

La sopra indicata circolare INPS contiene tutte le istruzioni nel dettaglio.

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Risposta di Barbara Weisz