Il DEF è atteso in Consiglio dei Ministri entro il 7 aprile, ma potrebbe arrivare anche prima. Nel Documento di Economia e Finanza troveranno spazio i parametri macroeconomici aggiornati su cui innestare i correttivi anti-crisi che il Governo sta calcolando per assorbire in parte il forte impatto della crisi energetica e dell’instabilità sui mercati dovuta alla guerra russo-ucraina.
A partire dalle stime al ribasso del PIL, che non dovrebbe superare il 3% (rispetto al 4,7% stimato a ottobre scorso). Di contro aumenterà il deficit, per consentire all’Esecutivo il finanziamento delle prossime riforme e dei nuovi aiuti e ristori ad imprese e famiglie nuovamente vessate dal caro-energia e dalle incertezze di mercato che minacciano la tanto attesa ripartenza post-Covid. Secondo il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, commentando i drammatici esiti dell’invasione russa all’Ucraina, siamo a:
un punto di svolta le cui conseguenze sono difficili da prevedere sia sul piano economico, sia su quello politico e sociale.
«L’attenzione si sta spostando su temi quali la sicurezza energetica, la capacità di far fronte alla interruzione di fornitura, la necessità di diversificare», ha proseguito Visco. Il rischio è oggi rappresentato da «investimenti produttivi più bassi e incertezza per la domanda».
Sulla programmazione economica e finanziaria per il prossimo anno, a margine dei numeri di fine anno, si baserà infatti la Legge di Bilancio 2023. Per il momento, nel DEF troveranno posto soltanto misure ponte, senza bisogno di particolari scostamenti di bilancio. Questo perché il Governo vuole procedere per gradi e seguire l’evoluzione dello scenario macro-economico internazionale legato alla guerra, su cui si dovranno innestare inevitabilmente nuove linee di finanziamento provenienti dalla UE e soprattutto una rivisitazione degli accordi fiscali, a partire dall’allentamento del Patto di Stabilità, dato comunque ormai per scontato. Sullo sfondo, la crisi energetica e l’aumento dell’inflazione, senza contare gli strascichi della pandemia d Coronavirus.
Il nuovo quadro temporaneo sugli aiuti di Stato, intanto, permette agli Stati Membri di concedere alle imprese aiuti, sovvenzioni in denaro, agevolazioni fiscali e agevolazioni creditizie. Una volta ufficializzati i numeri del DEF e la sospensione della clausola UE sul Patto di Stabilità, si procederà alla definizione di nuove misure a supporto di imprese e PMI, filiere produttive e industrie in crisi. Per prima cosa, le nuove risorse andranno a finanziare nuovi sostegni e garanzie sui prestiti (acciaio, ceramica, ma anche tessile, alimentare e vetro.
Nel DEF dovrebbe trovare posto, anche solo in via prospettica, il finanziamento della difesa militare al 2% del PIL concordato con la NATO ed le riforme strutturali già programmate entro la fine dell’anno, come ad esempio la riforma delle pensioni.