Nel post pandemia, con la situazione legata al Coronavirus che va lentamente migliorando, anche l’economia mostra i primi segnali di chiara ripresa, a partire dal settore metalmeccanico che nel primo semestre del 2021 è tornato addirittura ai livelli produttivi pre-crisi. A rivelarlo è l’ultima indagine congiunturale di Federmeccanica che mette in evidenza come importanti segnali di ripresa pel la metalmeccanica italiana siano partiti già ad inizio anno, per poi intensificarsi nel corso del 2021.
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Metalmeccanica italiana: la ripresa post pandemia
Se nel primo trimestre dell’anno la Metalmeccanica italiana aveva fatto segnare un incoraggiante +1,3%, tra aprile e giugno del 2021, rivela l’indagine di Federmeccanica, l’attività produttiva metalmeccanica è ulteriormente migliorata del 2,1%, complici sia il miglioramento della domanda interna, che la ripresa del commercio mondiale. Paragonando i dati del secondo trimestre 2021 con quelli dello stesso periodo del 2020 si osserva una crescita in termini tendenziali del 47%, anche a fronte del fatto che nel 2020, anno in cui è esplosa l’emergenza Covid-19 culminata nel lockdown pressoché totale, la produzione metalmeccanica di aprile ha fatto registrare livelli bassissimi.
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Il trend in crescita viene registrato anche confrontando i livelli di produzione del secondo trimestre 2021 con quelli precedenti allo scoppio della pandemia, quindi con il periodo gennaio-febbraio 2020. Questo conferma le ottime performance del nostro settore metalmeccanico, soprattutto in termini di capacità di ripresa a fronte delle difficoltà generate dal caos Coronavirus. Guardando all’intero primo semestre 2021, i volumi di produzione risultano cresciuti del +29,9% rispetto all’analogo periodo del 2020 e in linea con i livelli relativi al primo semestre del 2019 (-0,8%), quando della crisi da Covid-19 non c’era neanche lontanamente l’idea.
Metalmeccanica: Italia vs. Europa
Ottime anche le performance della metalmeccanica italiana nei confronti di quella europea, nonostante nei mesi di lockdown avesse registrato i risultati peggiori: nel mese di giugno 2021 i volumi di produzione metalmeccanica in Italia sono stati pari al +102,1% rispetto a quelli di gennaio 2020 (pre-Covid quindi), contro il +89,9% della Germania, il +88,2% della Francia e il +94,3% della Spagna.
Bene anche l’export, nel primo semestre del 2021, le esportazioni metalmeccaniche sono cresciute del +5,2% sul 2019 e del +31,3% sul 2020, contro una media nazionale del +24,2% per l’intera economia. Le importazioni sono cresciute del +35,7%.
Effetti sull’occupazione
I miglioramenti registrati in termini di attività produttiva hanno comportato:
- un minor ricorso all’istituto della cassa integrazione guadagni;
- un’inversione delle tendenze negative delle dinamiche occupazionali nelle imprese metalmeccaniche con oltre 500 dipendenti;
- un aumento del +1,2% del livello occupazionale nelle grandi imprese del settore metalmeccanico rispetto al mese di dicembre 2020.
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Nonostante il clima di incertezza legato alla situazione Coronavirus, le imprese intervistate da Federmeccanica prospettano ulteriori recuperi dell’attività produttiva:
- il 47% delle imprese dichiara un portafoglio ordini in miglioramento;
- il 35% prevede incrementi di produzione;
- il 26% ritiene di dover aumentare, nel corso dei prossimi sei mesi, gli attuali livelli occupazionali, contro un 7% che ritiene invece di doverli diminuire.
Prezzi rincarati: l’impatto sulla Metalmeccanica
Tra gli elementi che hanno avuto un maggiore impatto sul settore della Metalmeccanica in Italia c’è il rincaro dei prezzi delle materie prime e la loro disponibilità sul mercato. Fattore che risulta in ulteriore peggioramento rispetto alla precedente rilevazione:
- il 93% delle imprese partecipanti all’indagine ha risentito del rincaro dei prezzi dei metalli e dei semilavorati in metallo utilizzati nei processi produttivi rispetto al precedente 84%;
- il 72% delle imprese ha dichiarato difficoltà di approvvigionamento dei metalli e semilavorati, difficoltà dovute principalmente alla loro scarsità sul mercato e al significativo allungamento dei tempi di consegna;
- il 21% teme che questa situazione possa portare a un’interruzione dell’attività produttiva, rispetto al precedente 14%:
- il 64% ritiene che la tendenza rialzista dei prezzi possa durare anche nei prossimi mesi.