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Imprese femminili oltre il gender gap, tra PNRR e leve di crescita

di Anna Fabi

12 Luglio 2021 09:00

I dati sulla gender equality, gli strumenti nel PNRR per la crescita delle imprese femminili, l’export come leva di empowerment: evento UPS.

Formazione nei settori scientifico-digitale e finanziario, certificazione sulla parità di genere delle imprese e gender budgeting: sono fra gli strumenti inseriti nel PNNR, il piano nazionale di ripresa e resilienza, sottolineati dalla ministra delle Pari opportunità, Elena Bonetti, nel corso dell’eventoPandemia, imprese femminili e gender gap. L’export come leva di empowerment”, promosso da UPS con il supporto di W20 (Women 20), uno degli Engagement Group ufficiali del G20. «L’esperienza della pandemia – ha sottolineato Bonetti – ha messo in evidenza sia gli elementi di resistenza sia quelli di potenzialità dell’imprenditoria femminile».

Alcuni dati sull’imprenditoria femminile e l’andamento in questo ultimo anno di pandemia sono stati forniti da Tiziana Pompei, Vice Segretario Generale Unioncamere: dopo il calo 2020, nei primi tre mesi del 2021 si è registrato un lieve aumento con 26mila 299 nuove imprese femminili (contro le 26mila 044 dello stesso periodo di un anno fa). Si tratta, in ogni caso, del dato più basso dal 2015. L’incremento più marcato riguarda le startup femminili under 35, con una crescita dell’8,1%. Resta il gap relativo all’internazionalizzazione. Le imprese femminili che operano all’interno delle Global Value Chain sono meno numerose di quelle maschili (9% vs 13%).

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Fra gli elementi chiave per il business del futuro, la digitalizzazione, ma le donne si sentono ancora impreparate e vorrebbero poter accrescere le proprie competenze in questo settore. «L’export è certamente uno degli assi chiave nella valorizzazione e nel riconoscimento del talento femminile che è nel nostro Paese – sintetizza Bonetti -. Oggi esiste un forte gap digitale nel mondo dell’impresa femminile: solo il 19% delle imprenditrici ha le competenze digitali adeguate, rispetto alla media europea del 33%.

Le imprenditrici dimostrano consapevolezza sui cambianti in corso, sue terzi delle intervistate dall’Osservatorio sull’imprenditorialità femminile di Unioncamere ha adattato il modello di business alle nuove esigenze, o trasferendo online i propri affari o riorganizzando i canali di vendita (19%), oppure puntando su nuovi prodotti e servizi (20%). La gender equality è stata sottolineata da tutti come elemento chiave per la crescita. Per raggiungere l’obiettivo, sottolinea Cristina Falcone, vice president Public Affairs UPS Europe, bisogna

ridurre il gap salariale, creare percorsi di leadership, e per le imprenditrici che vogliono crescere all’estero dobbiamo garantire un level playing field.:

Qualche dato sul Women Exporters Program di UPS nel mondo: «su 15mila donne e piccole imprese raggiunte in 89 paesi attraverso corsi di formazione e supporto diretto su logistica dell’export, customer experience, 400 hanno avuto accesso ai finanziamenti, oltre 10 hanno esportato in undici nuovi mercati e oltre 62 hanno avviato un’attività stabile di e-commerce».

Tommaso Murè, Ufficio Sherpa G7/G20 Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha sottolineato come la Presidenza Italiana del G20 abbia messo la questione dell’Empowerment Femminile e della parità di genere al centro dei lavori del G20, adottando un approccio trasversale alla questione ed includendo il punto di vista di donne e ragazze all’interno dei vari filoni di lavoro del Gruppo.