Troppi parenti nel Consiglio di Amministrazione delle imprese familiari fanno perdere redditività alle aziende stesse. In particolare questo accade quando i componenti della famiglia occupano più del 75% dei posti in CdA cosa che in realtà in oltre il 70% delle imprese familiari italiane. E’ quanto emerso durante l’incontro “Manager, imprenditori, azionisti al bivio tra executive search e executive mentoring”, che si è tenuto di recente a Milano.
Perché aprire l’azienda a manager esterni
Eppure proprio una presenza equilibrata di rappresentanti della famiglia e manager esterni permette all’azienda di esprimere al massimo il proprio potenziale e di massimizzare la redditività.
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Sono tante le eccellenze nel nostro Paese, aziende che sono riuscite a sopravvivere alla crisi accrescendo la propria qualità. Ora però per guadagnare quella marcia in più in grado di renderle realmente competitive, magari anche su scala internazionale, è necessario puntare sulle competenze manageriali imprenditoriali.
Per le imprese familiari però non è sempre semplice, e ancora meno è scontato, riuscire ad aprirsi ad investitori o manager esterni, così come dall’altra parte per i manager non è facile entrare a far parte di una realtà di questo tipo per la quale, per non entrare in contrasto, sono assolutamente necessarie doti di propensione al rischio e di passione per il prodotto, nonché capacità di reinventarsi, di confrontarsi con realtà decisamente diverse da quelle tipiche delle multinazionali e di saper leggere il business in modo totalmente nuovo. Insomma il connubio tra manager e imprenditoria familiare rappresenta una sfida per entrambe le parti, che potenzialmente può rivelarsi vincente per tutti.