Deroga Amato e riscatto: chi può andare in pensione con vuoti contributivi

Risposta di Barbara Weisz

19 Maggio 2025 08:32

Renato chiede:

Ho poco più di 17 anni di versamenti effettivi e un buco contributivo dal 1986 al 2008. Ho la possibilità di rientrare alla deroga Amato per andare in pensione con 15 anni di contributi oppure devo lavorare fino a 68 anni per raggiungere 20 anni di contribuzione minima?

Per beneficiare della pensione con la deroga Amato (la cosiddetta “pensione dei quindicenni” prevista dal Dlgs 503/1992 che concede uno sconto sul requisito contributivo a chi ha l’età per la pensione di vecchiaia) bisogna vantare i seguenti requisiti (che non sono ricompresi per intero nella sua situazione):

  • avere almeno 780 settimane / 15 anni di contributi (sono valorizzabili anche quelli volontari, obbligatori, figurativi, da riscatto, da ricongiunzione e da totalizzazione estera) entro il 31 dicembre 1992;
  • avere ottenuto dall’INPS l’autorizzazione alla prosecuzione volontaria della contribuzione prima del 31 dicembre 1992;
  • essere lavoratori dipendenti con un’anzianità assicurativa di almeno 25 anni, occupati per almeno 10 anni discontinui, ossia per periodi di durata inferiore a 52 settimane nell’anno solare;
  • avere un’anzianità contributiva al 31 dicembre 1992 insufficiente a maturare il requisito contributivo ordinario al compimento dell’età pensionabile (questa fattispecie ormai non è di fatto più percorribile perché sono passati più di 20 anni dal 31 dicembre 1992).

Un’altra ipotesi che in alcuni casi consente di raggiungere il requisito è la pace contributiva, ossia il riscatto dei contributi che la legge di bilancio ha introdotto in via transitoria fino al 31 dicembre 2025: consente di valorizzare fino a cinque anni di contributi ma è riservata esclusivamente a coloro che hanno iniziato a effettuare versamenti dal 1996, ossia i cosiddetti contributivi puri. Lei invece ha dei contributi precedenti a questa data, di conseguenza non accede a questo strumento.

Come correttamente osserva, può invece raggiungere i 20 anni di contributi necessari per la pensione di vecchiaia continuando a lavorare fino a 68 anni visto che, anche se il requisito anagrafico è pari a 67 anni, ci vogliono almeno 20 anni di versamenti contributivi.

In mancanza di un diritto autonomo a pensione e nella impossibilità di cumulare i periodi assicurativi, dunque, per lei l’unica strada è quella di aspettare di aver maturato i 20 anni di contributi per la pensione di vecchiaia.

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Risposta di Barbara Weisz