Pensione anticipata per i turnisti: quali agevolazioni e requisiti?

Risposta di Barbara Weisz

15 Settembre 2021 07:52

Roberto chiede:

Sono infermiere professionista. Ho lavorato dal 1981 al 2006 come turnista con sei/sette notti al mese, dal 2007 a tutt’oggi in ambulatorio. Ho 64 anni e 41 anni di servizio: rientro in una delle categorie di lavoratori addetti a mansioni usuranti o gravose?

Gli infermieri che lavorano a turni sono fra i lavoratori addetti a mansioni gravose con diritto alla pensione anticipata precoci o all’APE Sociale. Non ho capito se il suo attuale lavoro in laboratorio si svolge a turni o meno. Questo è fondamentale nel suo caso, perché la norma prevede che il lavoro gravoso debba essere svolto per almeno sei anni negli ultimi sette anni. Per quanto riguarda gli infermieri, inoltre, la legge prevede espressamente che il diritto a rientrare nelle mansioni scatti solo con lo svolgimento del lavoro a turni. Quindi, se lei anche oggi in ambulatorio lavora a turni, soddisfa il requisito.

=> Pensione anticipata per lavoro gravoso e usurante a confronto

Gli addetti a mansioni gravose (articolate in 11 categorie) possono accedere all’APe Social (con 63 anni di età e 36 di contributi) o alla pensione precoci con Quota 41. Per rientrare fra i precoci, lei dovrebbe anche avere un anno di contributi versati entro il compimento del diciannovesimo anno di età. Se lei ha questo requisito, può validamente presentare domanda di pensione anticipata precoci, in base a quanto previsto dal comma 199 e seguenti della Legge di Stabilità 2017 (legge 232/2016). Per accederevi, deve presentare domanda entro il primo marzo.

Chi presta l’attività a turni notturni rientra anche negli addetti a mansioni usuranti purchè si svolga tale attività per almeno 78 giorni l’anno in sette anni degli ultimi dieci di vita lavorativa (confr.: legge 67/2011, articolo 1, comma 1, lettera b). Ecco i requisiti per i lavori notturni:

  • più di 77 notti lavorate all’anno: quota 97,6 per i dipendenti e 98,6 per gli autonomi;
  • fra 72 e 77 notti lavorate all’anno: 98,6 per i dipendenti, e 99,6 per gli autonomi;
  • da 64 a 71 notti lavorate all’anno: quota 99,6 per i dipendenti a 100,6 per gli autonomi.

Questi lavoratori non applicano gli adeguamenti alle speranze di vita dal 2019 al 2025. Significa che i requisiti sopra descritti non subiranno modifiche fino al 31 dicembre 2026.

Hai una domanda che vorresti fare ai nostri esperti?

Chiedi all'esperto

Risposta di Barbara Weisz