


La premessa è la seguente: gli scatti che alzano l’età pensionabile in relazione alle aspettative di vita sono stabiliti con cadenza biennale da decreto del ministero dell’Economia sulla base delle rilevazioni ISTAT. Al momento non ci sono né i dati definitivi per i prossimi anni né il provvedimento ministeriale con i requisiti anagrafici dal 2027, ma in base alle proiezioni della Ragioneria dello Stato, serviranno tre mesi in più.
Vediamo come si presenta lo scenario attuale e come potrebbe cambiare, anche e soprattutto per scelta politica.
Lo scenario sulle pensioni in base ai dati statistici
In basi ai dati ISTAT di scenario (non definitivi), l’età pensionabile raggiungerà i 70 anni nel 2067. Una scadenza lontana, che interessa per lo più i giovani con davanti altri 40 anni di lavoro. Ma salirà già di tre mesi nel 2027, portandosi a 67 anni e tre mesi, proseguendo con incrementi biennali negli anni successivi e superando i 68 anni nel 2039.
Queste proiezioni sono contenute nella nota di aggiornamento della Ragioneria Generale dello Stato del dicembre scorso sulle tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio sanitario. Secondo il documento, fra circa 50 anni (nel 2084), l’età pensionabile salirà di quattro anni e otto mesi, a legislazione vigente e sulla base dei trend demografici. Il requisito contributivo per la pensione anticipata, invece, aumenterebbe di quattro anni e tre mesi.
Le proiezioni sono basate sullo scenario demografico ISTAT mediano (base 2023), e non sui consuntivi dell’istituto di statistica che rappresenteranno il riferimento per stabilire gli scatti dei prossimi anni. In ogni caso si tratta come detto di elaborazioni dell’istituto di statistica, che sono un riferimento molto attendibile per effettuare stime.
Le stime sulla pensione di vecchiaia
Per la pensione di vecchiaia, che attualmente richiede 67 anni, in base al trend si prevedono tre mesi in più dal 2027, e scatti biennale di due mesi nel 2029 e nel 2031. Quindi, l’età pensionabile cambierebbe nel seguente modo:
- 67 anni e tre mesi dal 2027;
- 67 anni e cinque mesi dal 2029;
- 67 anni e sette mesi dal 2031.
Nel 2039 si arriverebbe a 68 anni e un mese, nel 2051 a 69 anni e un mese, per raggiungere i 70 anni nel 2067.
Le proiezioni sulla pensione anticipata
Per quanto riguarda le pensioni anticipate, la progressione è analoga, con uno scatto di tre mesi nel 2027, e altre due bimestrali nei bienni successivi.
Tenendo conto che oggi ci vogliono 42 anni e dieci mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e dieci mesi per le donne, i requisiti nei prossimi anni cambierebbero nel seguente modo:
- 43 anni e un mese dal 2027 per gli uomini e 42 anni e un mese per le donne;
- 43 anni e tre mesi dal 2029, uno in meno per le lavoratrici;
- 43 anni e cinque mesi dal 2031, sempre uno in meno per le donne.
Nel 2041 gli uomini potrebbero ritirarsi con 44 anni e un mese, le donne con 43 anni e un mese. Nel 2053 i lavoratori dovrebbero avere 45 anni di contributi, le lavoratrici 44 anni.
Il dibattito sulle riforma pensioni
Ripetiamo, sono dati di scenario che potrebbero ancora subire modifiche. Non solo: la riforma delle pensioni potrebbe decidere di non tenerne conto. Vero è che le leggi attuali prevedono questi scatti e che i trend sono affidabili, ma nei prossimi anni la riforma potrebbe introdurre modifiche a queste regole.
Non solo: anche in mancanza di una riforma strutturale, sono diverse le forze politiche favorevoli alla sterilizzazione degli scatti legati alle speranze di vita. E fra queste ci sono i partiti di maggioranza. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, nelle scorse settimane ha dichiarato che lo stesso esecutivo sarebbe favorevole a questa ipotesi.