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Calcolo pensione badanti e colf: guida pratica

di Noemi Ricci

Come funziona la pensione per badanti e colf, i requisiti per l'assegno di vecchiaia e per quello anticipato, le eccezioni e gli esempi di calcolo importo.

La pensione per i collaboratori domestici, tra cui badanti e colf, tra cui badanti e colf, viene riconosciuta quando si verificano contemporaneamente il raggiungimento dei requisiti legati all’età pensionabile e all’anzianità contributiva, unitamente alla conclusione del rapporto di lavoro. Tuttavia, in alcuni casi specifici, l’accesso alla pensione può avvenire prima dei 67 anni.

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Vediamo in dettaglio come funziona il calcolo della pensione per badanti e colf, ovvero per il lavoro domestico, quali e quanti contributi si versano e le opzioni disponibili.

Pensione di vecchiaia badanti e colf

Per l’accesso alla pensione di vecchiaia, badanti e colf devono soddisfare i seguenti requisiti:

  • età pensionabile: deve essere raggiunta l’età pensionabile, che attualmente è di 67 anni;
  • contributi minimi: è richiesto un totale di almeno 20 anni di contributi versati;
  • fine del rapporto di lavoro dipendente: il rapporto di lavoro deve essere terminato.

Tuttavia, in alcuni casi specifici, l’accesso alla pensione può avvenire prima dei 67 anni.

Le eccezioni riguardano principalmente:

  • le persone con un grado di infermità pari o superiore all’80%, per le quali l’età pensionabile è stabilizzata a 55 anni per le donne e 60 anni per gli uomini;
  • i non vedenti, per i quali l’età pensionabile è fissata a 50 anni per le donne e 55 per gli uomini. In quest’ultimo caso, è necessario aver versato almeno 10 anni di contributi.

Le condizioni per il raggiungimento del requisito contributivo minimo di 20 anni possono anch’esse variare in base a diversi criteri:

  • i lavoratori che hanno accumulato 15 anni di contributi entro il 31 dicembre 1992 possono accedere alla pensione con tale anzianità contributiva;
  • chi ha 71 anni di età può andare in pensione se ha almeno 5 anni di contributi e ha iniziato ad avere contribuzione dal 01/01/1996;
  • i lavoratori che risultano ammessi alla prosecuzione volontaria entro il 31 dicembre 1992 possono accedere alla pensione senza aver effettuato versamenti anteriormente a quella data;
  • i lavoratori con un’anzianità assicurativa di almeno 25 anni che hanno lavorato per almeno 10 anni per periodi di durata inferiore a 52 settimane nell’anno solare possono accedere alla pensione.

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Pensione anticipata e di anzianità badanti e colf

Dal 1° gennaio 2012, per avere diritto alla pensione anticipata, è necessario aver versato 42 anni e un mese di contributi per gli uomini e 41 anni e un mese per le donne. Questi requisiti vengono aggiornati annualmente in base alla speranza di vita. In ogni caso, dal 2019 al 2026, l’anzianità contributiva richiesta non dovrebbe subire cambiamenti.

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Pensione badanti e colf stranieri

I cittadini stranieri che hanno lavorato legalmente in Italia e pagato i contributi hanno gli stessi diritti dei cittadini italiani per quanto riguarda la pensione. Anche se decidono di tornare nel loro Paese d’origine, non perdono il diritto alla pensione, a patto che soddisfino i requisiti previsti dalla legge italiana al momento della richiesta.

Per quanto riguarda la pensione badanti, i cittadini comunitari hanno le stesse condizioni dei lavoratori italiani, mentre gli extra-comunitari devono aver lavorato regolarmente in Italia per almeno 5 anni. Ci sono due situazioni diverse:

  • le badanti extracomunitarie assunte dopo il 1° gennaio 1996 possono ricevere la pensione di vecchiaia al compimento del 66° anno di età, anche se non hanno maturato i requisiti previsti, a condizione che non rientrino in Italia. Tuttavia, l’importo che percepiranno sarà proporzionale al contributo versato;
  • le badanti extracomunitarie assunte prima del 1996, invece, potranno ricevere la pensione di vecchiaia solo al compimento del 66° anno di età e solo se hanno maturato almeno 20 anni di contribuzione.

Se rimpatriano, la pensione viene erogata nello stato di “ultima residenza” e tiene conto dei periodi di contribuzione maturati in più paesi.

Quanti contributi versano per la pensione badanti e colf?

I contributi previdenziali versati dalle badanti e dalle colf costituiscono un importante meccanismo di tutela sociale, garantendo loro una copertura assicurativa per diversi aspetti della loro vita lavorativa e personale. Questi contributi comprendono la previdenza per la pensione, la maternità, la disoccupazione, gli assegni al nucleo familiare, oltre all’assicurazione contro gli infortuni e le malattie professionali.

Nel 2023, l’INPS ha aggiornato gli importi dei contributi previdenziali ed assistenziali per i collaboratori domestici, adeguandoli all’inflazione dell’anno precedente. La novità riguarda anche le lavoratrici madri che, rientrando al lavoro entro il 31 dicembre 2022, possono beneficiare di una decontribuzione del 50% per un massimo di un anno a partire dal ritorno al lavoro dopo il congedo di maternità.

Tali contributi vengono calcolati in maniera specifica rispetto ai lavoratori dipendenti tradizionali e dipendono dall’orario settimanale lavorato. Se il collaboratore familiare lavora meno di 24 ore settimanali, il contributo è determinato in base a fasce di retribuzione. Se l’orario è di almeno 25 ore settimanali, il contributo è fisso per tutte le ore lavorate.

Le aliquote di contribuzione sono inferiori rispetto agli altri lavoratori dipendenti, con un’aliquota IVS del 17,4275% della retribuzione. A queste aliquote si aggiungono il contributo ASPI, la tutela INAIL e il Fondo per il TFR, portando l’aliquota complessiva al 19,9675%. Dal 2013, per i contratti a tempo determinato, è previsto un contributo addizionale per l’ASPI, a carico del datore di lavoro, nella misura del 1,40 per cento.

La retribuzione presa in considerazione per il calcolo del contributo include la paga oraria, la tredicesima mensilità e eventuali indennità di vitto e alloggio. È importante notare che i contributi vengono versati sia per le ore lavorate effettivamente che per quelle di assenza retribuita, come malattia e ferie. Il versamento dei contributi è trimestrale e deve essere effettuato entro i primi 10 giorni del trimestre successivo. I datori di lavoro possono effettuare il pagamento tramite diverse modalità, compreso l’utilizzo del sistema di pagamenti elettronici pagoPA.

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Esempi di calcolo pensione badanti e colf

Il calcolo della pensione per badanti e colf in modo esatto può essere complesso e dipende da vari fattori, inclusi i contributi versati e l’anzianità di lavoro. Tuttavia, è possibile fare alcune stime approssimative.

Per comprendere meglio come funziona il calcolo della pensione, consideriamo alcuni esempi.

Un collaboratore assunto per 24 ore settimanali, con 5 anni di contribuzione e 67 anni di età, percepirà una pensione di circa 50 euro al mese. Per i lavoratori che lavorano 54 ore a settimana, l’importo sarà di circa 110 euro al mese.

Una badante con 20 anni di contributi versati a 67 anni potrebbe ricevere una pensione tra i 400 e i 450 euro al mese. Un anno con 25 ore di lavoro a settimana corrisponde a circa 10 euro di pensione maturata, cifra che sale a 20 euro se il rapporto di lavoro è di 54 ore settimanali.

È importante notare che questi calcoli sono approssimativi e che molti fattori possono influire sulla pensione effettiva. Per effettuare una simulazione dei possibili scenari e fare una previsione di quella che potrebbe essere la propria pensione futura, PMI.it mette a disposizione un tool gratuito.