La rivalutazione delle pensioni e dei contributi previdenziali per il 2023 è pari all’8,1%: con la Circolare 11/2023 l’INPS certifica i dati definitivi ISTAT, in base ai quali aumentano le pensioni 2024, perchè dovranno recuperare a conguaglio lo scarto dello 0,8% rispetto all’aumento del 7,3% attualmente applicato.
La rivalutazione dei contributi previdenziali ha impatto diretto anche sui minimali e massimali contributivi per le retribuzioni del lavoro dipendente. Vediamo tutto.
Minimali e massimali retributivi 2023
Per quanto riguarda i lavoratori dipendenti, i contributi previdenziali salgono dal primo gennaio, in virtù dell’aggiornamento dei minimi di retribuzione giornaliera per il 2023, sempre in base all’indicizzazione dell’8,1%.
Il minimale giornaliero da assoggettare a contributi sale a 53,95 euro (il 9,5% dell’importo del trattamento minimo mensile di pensione a carico del Fondo pensioni dei lavoratori dipendenti 2023, pari a 567,94 euro).
Il minimo giornaliero per le retribuzioni convenzionali 2023 è pari a 29,98 euro. Per i rapporti di lavoro part-time, il riferimento è la retribuzione oraria, per i dipendenti del privato in media è pari a 8,09 euro, nel pubblico scende a 7,49 euro.
L’impatto sulle pensioni
L’adeguamento si applica anche alle pensioni ma in questo caso arriverà nei cedolini nel 2024. Il meccanismo prevede che per tutto l’anno si applichi alle pensioni il tasso di rivalutazione provvisorio stimato nel novembre 2022, che è del 7,3%, e che poi nel 2024 venga invece incamerata la differenza con il tasso definitivo. Che è, appunto, dell’8,1%, con una differenza quindi dello 0,8%.
La pensione minima, con il tasso definitivo, sale a 567,94 euro. Quindi, nel 2024 un pensionato che riceve la minima avrà un arretrato lordo di 54 euro.
Esempi di rivalutazione pensioni con conguaglio 2024
Una pensione da mille euro al mese, dal primo gennaio 2023 è salita a 1073 euro, in considerazione dell’aumento del 7,3%. Con l’aliquota definitiva dell’8,1%, però, l’importo 2023 sarebbe dovuto essere di 1081 euro: ne deriva un arretrato lordo di 104 euro, che netti diventano 73 euro e saranno accreditati nei cedolini pensione del prossimo anno a conguaglio.
Su una pensione da 2mila euro, si matura un arretrato netto di 135 euro. Ricordiamo che, in base alle novità previste dalla Legge di Bilancio 2023, le pensioni si rivalutano al 100% solo fino a quattro volte il minimo, poi le aliquote di indicizzazione scendono con il salire dell’importo della pensione. Le aliquote si applicano ora alla rivalutazione definitiva dell’8,1%, quindi le pensioni si rivalutano nel seguente modo:
- fra quattro e cinque volte il minimo: indicizzazione all’85%; quindi aliquota del 6,8%;
- fra cinque e sei volte il minimo: 53 per cento, quindi aliquota del 4,3%;
- fra sei e otto volte il minimo: 47%, quindi aliquota del 3,8%;
- fra otto e dieci volte il minimo, 37%, quindi aliquota del 3%;
- sopra le dieci volte il minimo, 32%, quindi aliquota del 2,6%.