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Aumento pensioni 2024: importi e aliquote di rivalutazione per ogni fascia

di Alessandra Gualtieri

13 Dicembre 2023 08:04

Aumento pensioni 2024 con la rivalutazione nel cedolino di gennaio: le tabelle con gli importi e le aliquote di perequazione per ogni fascia di reddito.

Sarà del 5,4% l’indice di perequazione automatica su cui calcolare la rivalutazione delle pensioni 2024: è questa la percentuale di indicizzazione al 100% per gli assegni fino 4 volte il trattamento minimo che troverà posto nel cedolino di gennaio, che sarà accreditato il giorno 3 del mese.

A partire da questo dato, conoscendo le aliquote da applicare ai diversi scaglioni pensionistici, è già possibile calcolare gli importi in euro degli aumenti in arrivo sulle pensioni 2024.

Vediamo quali sono in dettaglio tutte le aliquote e di quanto aumenta la pensione nel 2024.

Come si calcola la rivalutazione delle pensioni 2024?

Tutti gli scaglioni saranno ricalcolati in base al minimo INPS 2023, che è pari a 567,94 euro ma solo le pensioni lorde fino a 4 volte tale importo sono rivalutate applicando al 100% il nuovo indice 2024 (pari al 5,4%).

Quindi, per fare un esempio, una pensione lorda fino a 2.271,76 euro si rivaluta del 5,4% salendo a 2394,43 euro.

Per i trattamenti lordi tra 4 e 5 volte il minimo si applica un aliquota dell’85% del nuovo indice Istat di adeguamento all’inflazione per il 2024, con percentuali inversamente proporzionali al reddito pensionistico che si riducono fino ad arrivare all’annunciato taglio per le pensioni alte (assegni oltre 10 volte il minimo) che si indicizzano del 22%.

Di quanto si rivalutano le fasce di pensione 2024?

In base l’indice definitivo di indicizzazione da applicarsi ai trattamenti 2024, le pensioni aumentano da gennaio secondo  il seguente schema:

  • fino a 4 volte il minimo: indicizzazione 100%
  • fra 4 e 5 volte il minimo: indicizzazione 85% 
  • tra 5 e 6 volte il minimo: indicizzazione 53%
  • tra 6 e 8 volte il minimo: indicizzazione 47%
  • fino a 10 volte il minimo: indicizzazione 37%
  • oltre 10 volte il minimo: indicizzazione 22%

Gli aumenti  sono attribuiti entro il limite maggiorato con la quota di rivalutazione. Significa che per le pensioni a cavallo tra due scaglioni, si applica quello più conveniente.

Quali sono gli importi delle fasce pensionistiche di riferimento?

Le fasce di perequazione riguardano i seguenti importi pensionistici lordi (che incamerano il conguaglio della rivalutazione 2022/2023) da prendere a riferimento per capire in quale scaglione si ricade, così da calcolare poi di quanto aumenterà la propria pensione:

  • fino a circa 2.272 euro lordi mensili si applica l’indice di perequazione al 100%
  • fino a circa 2.840 euro lordi mensili si applica l’indice di perequazione all’ 85%
  • fino a circa 3.308 euro lordi mensili si applica l’indice di perequazione al 53%
  • fino a circa 4.544 euro lordi mensili si applica l’indice di perequazione applicato al 47%
  • fino a circa 5.679 euro lordi mensili si applica l’indice di perequazione applicato al 37%
  • oltre i 5.680 euro lordi mensili si applica l’indice di perequazione applicato al 22%

Di quanto aumenta la pensione 2024? Importi in euro

La pensione minima 2024 arriva a 598,61 euro (i famosi 600 euro promessi dal Governo). A questo valore si applica poi la super-rivalutazione annunciata dal Governo.

L’assegno sociale, attualmente pari a 503,27 euro (in base alla rivalutazione provvisoria del 7,3% applicata nel 2023), salirà a 507,02 applicando l’indicizzazione definitiva dell’8,1% e, con l’aggiunta del 5,4%, nel 2024 arriva a 534,40 euro.

Per tutte le altre fasce di pensione, con una rivalutazione del 5,4%, le pensioni dal primo gennaio si rivaluteranno nel seguente modo (proiezioni del Sole24Ore).

  • Pensioni fino a 4 volte il minimo (2mila 272 euro lordi): sono le uniche per cui la rivalutazione è al 100%. Quindi si rivaluteranno del 5,4%. La pensione minima passa a quasi 600 euro ed una pensione di 2mila euro lordi nel 2024 arriva a 2mila108 euro. Il tetto delle 4 volte il minimo si porterà invece a 2mila 394 euro.
  • Pensioni fra 4 e 5 volte il minimo (da 2mila 272 a 2mila 840 euro lordi): l’indicizzazione 2024 è all’85%, quindi sale del 4,6%. Una pensione di 2mila 500 euro aumenta di 115 euro portandosi a quota 2mila 615;
  • Pensioni fra 5 e sei 6 il minimo (da 2mila 840 a 3mila308 euro lordi): indicizzazione al 53%, quindi si rivaluteranno del 2,9%. Un trattamento di 3mila euro si incrementa di 87 euro salendo a 3mila 87 euro al mese;
  • Pensioni fra 6 e 8 volte il minimo (da 3mila 308 a 4mila544 euro lordi): indicizzazione al 47%, quindi rivalutazione 2024 del 2,5%. Una pensione di 3mila 500 euro sale di 87,5 euro arrivando a 3mila 587,5.
  • Pensioni fra 8 e 10 volte il minimo (da 4mila544 euro a 5mila679 euro lordi): indicizzazione al 37%, quindi nel 2024 si incrementa del 2%. Un assegno da 5mila euro lordi sale di 100 euro al mese portandosi a 5mila 100 euro lordi;
  • Pensioni sopra i 5mila 680 euro lordi: sono quelle penalizzate dalla Manovra, con l’indicizzazione che scende al 22%. Quindi, aumenteranno dell’1,2%. Una pensione da 6mila euro incassa nel 2024 +72 euro, arrivando a 6mila 72 euro al mese.

Per le pensioni al limitare dei diversi scaglioni, se la rivalutazione non raggiunge il minimo della fascia successiva, si applica l’aliquota dello scaglione precedente. Esempio: se una pensione che nel 2023 è sopra le quattro volte minimo, applicando la rivalutazione stimata del 5,4% non arriva a 2394 (che sarà il nuovo tetto pari a quattro volte il minimo 2024), quindi si rivaluta del 100%.

PS: Questi calcoli incamerano anche il conguaglio della passata rivalutazione, accreditato da dicembre 2023.

Cos’è la perequazione delle pensioni?

La perequazione automatica delle pensioni, lo ricordiamo, è l’indicizzazione applicata ai trattamenti pensionistici in adeguamento all’aumento del costo della vita. L’indice annuale è individuato dall’Istat e poi applicato per legge secondo le previsioni di un apposito decreto del Ministero del Tesoro.

Considerato il forte aumento dell’inflazione, anche per il 2024 è previsto un discreto aumento delle pensioni, che si aggiunge al conguaglio di dicembre.

Come calcola l’aumento annuo della pensione?

L’aumento della pensione dipende dalla fascia di reddito pensionistico in cui si ricade. La Manovra 2024 ha stabilito di rivalutare al 100% dell’indice di perequazione 2023 (individuato dall’Istat a novembre) le pensioni fino a 4 volte il minimo ed all’85% quelle tra 4 e 5 volte il minimo (in attesa di conferma).

La minima è super-rivalutata per chi ha oltre 75 anni. Le pensioni d’oro oltre 10 volte il minimo crescono di un importo pari al 22% dell’aliquota Istat (anche in questo caso è attesa conferma dal testo finale della Manovra).

Da quando partono gli aumenti sulla pensione 2024?

L’applicazione della perequazione scatta il 1° gennaio di ogni anno. Lo scorso anno, però, l’INPS non è riuscita ad applicare per tutte le fasce di reddito gli aumenti previsti, non entrando in vigore la Legge di Bilancio con sufficiente anticipo.

Per il 2024, analogamente, l’INPS potrebbe applicare gli aumenti al 100% della perequazione per i trattamenti fino a 4 volte il minimo, introducendo successivamente gli altri (comprensivi di arretrati dal primo gennaio.

Chi ha diritto all’aumento pensione 2024?

La perequazione automatica delle pensioni si applica a tutti i trattamenti INPS, sia per le pensioni dirette sia per quelle ai superstiti (reversibilità e indirette), anche se  integrate minimo.

Sono incluse le pensioni dirette e quelle ai superstiti (reversibilità e indirette), anche se integrate minimo. Sono escluse le prestazioni di accompagnamento a pensione (APE Sociale, assegni dei fondi bilaterali, ecc.)

Quali trattamenti sono esclusi dalla rivalutazione delle pensioni?

Sono escluse dal meccanismo di perequazione automatica (seguendo invece regole proprie):

  • le prestazioni a carico delle assicurazioni facoltative,
  • le pensioni a carico del Fondo Clero,
  • l’indennizzo per cessazione attività commerciale (IndCom);
  • prestazioni assistenziali Assegno Sociale (AS), Pensione Sociale (PS), Invalidità civile (INVCIV) e pensioni per vittime di terrorismo e stragi.