Le PMI italiane possono vincere la crisi grazie l’Export: è questo il principale dato che emerge dalla nuova edizione della ricerca di GE Capital, “Medie Imprese Motore di Sviluppo“. L’indagine è stata condotta in Italia, Germania, Francia e Gran Bretagna su un totale di 4057 aziende (1.005 in Italia). La metà prevede di chiudere il 2014 con un incremento delle esportazioni, con un trend di aumento medio che in Italia si attesta al 4,1%, a fronte del 4,6% tedesco, del 4,9% francese e del 7,6% inglese.
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Una larga parte della esportazioni delle PMI italiane del mid-market è diretta verso l’area Euro (21% del fatturato complessivo e circa metà delle esportazioni), mercati di sbocco più naturali, per vicinanza geografica, appartenenza a una comune area di libero scambio prima e valutaria ora, appartenenza a comuni filiere produttive, normative più omogenee.
Le opportunità di crescita offerte dai mercati internazionali spingono le PMI ad investire soprattutto nelle funzioni commerciali, che rappresentano la testa di ponte per concretizzare gli obiettivi strategici soprattutto se sostenuti da moderni sistemi informativi: nei prossimi 12 mesi le risorse per lo sviluppo saranno indirizzate nel marketing e vendite (43% delle aziende indica questa come principale area di investimento) e in ICT e telecomunicazioni (41%), seguiti da formazione e sviluppo del personale, impianti e macchinari, ricerca e sviluppo, nuovi prodotti e servizi.
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I segmenti di mercato che sono maggiormente proiettati all’estero e allo stesso tempo manifestano una decisa consapevolezza della propria competitività sono quelli manifatturieri e dei servizi. Anche in considerazione delle performance registrate in questi anni di crisi economica, il segmento italiano analizzato manifesta fiducia nei confronti delle previsioni di crescita per i prossimi 12 mesi, segnando un parziale recupero del gap rispetto ai partner europei. Mediamente, nei prossimi 12 mesi le imprese del mid-market italiane stimano un incremento del fatturato del 3,8%, un dato di tutto rilievo ma ancora una volta più contenuto rispetto a quanto si attendono le concorrenti inglesi (+6,1%), tedesche (4,8%) e francesi (3,4%) ma in forte aumento rispetto alla rilevazione del 2013, quando la stima per il nostro Paese si era fermata al +0,5% e con punte del 4,2% tra le imprese che esportano.