Partite IVA tra i giovani nel 2012: lavoro dipendente dal 2013?

di Carlo Lavalle

Pubblicato 15 Marzo 2013
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:39

Gli incentivi della Legge Fornero, del Decreto Sviluppo e del Fondo straordinario a sostegno dell’occupazione femminile e giovanile emanate nel 2012 non hanno prodotto frutti concreti fin da subito: per misurare i potenziali risultati di queste misure di promozione del lavoro dipendente e strutturato sarà  necessario attendere i resoconti di metà  2013.

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Nel 2012 invece – a riprova della persistenze mancanza di lavoro dipendente, in Italia sempre più precario e incerto – a farla da padrone sono state le Partite IVA.

Ben 549.000 quelle aperte e soprattutto tra giovani sotto i 35 anni, tra cui il fenomeno assume proporzioni di un vero e proprio boom: ben 211.500, pari al 38,5% del totale.

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Rispetto al 2011 è un balzo in avanti dell’8,1% (dati Ministero dell’Economia – Dipartimento delle Finanze), con un picco nel Sud Italia (oltre 80.000, vale a dire il 37,8%).

Andando ad approfondire l’analisi del fenomeno, ancora più emblematico è stato l'aumento del numero delle Partite IVA tra le giovani donne: nel 2012 oltre le 79.100 (il 37,4% del totale under 35), con una crescita sul 2011 del 10,1%.

Tra l’altro, come evidenziato dalla CGIA di Mestre, i tre settori con il numero più elevato di aperture tra gli under 35 sono stati proprio quelli più lontani dal lavoro dipendente: commercio all’ingrosso e al dettaglio (51.721 pari al 24,4% del totale nuove Partite IVA aperte dai giovani); le attività  professionali (45.654 pari al 21,5% del totale); le costruzioni (20.298 pari al 9,6% del totale).

Un trend che, secondo la CGIA, la scia presagire che questi nuovi autonomi lavorino prevalentemente per un solo committente.