Unioncamere lancia il PIQ: Prodotto Interno di Qualità 

di Barbara Weisz

Pubblicato 18 Gennaio 2013
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:39

La qualità  vale il 50% del prodotto interno lordo italiano e fa crescere le imprese: sono alcune delle evidenze emerse dal “Rapporto PIQ – Prodotto interno qualità ” di Unioncamere e Fondazione Symbola che, come è facile intuire, si propone di misurare la qualità  dandole una misura economica. Il PIQ è una sorta di PIL della qualità , che tiene conto di una serie di variabili come innovazione, ricerca, creatività , cultura e saperi territoriali.

Il PIQ 2011, calcolato dal rapporto, si aggira sui 460 miliardi di euro e ha segnato una crescita del 3% sul 2010. Vale circa la metà  del pil, contro il 47% dell’anno precedente.

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Come si calcola il PIQ? Si fa una stima della qualità , per ciascun settore, in base a tre dimensioni: l'eco-efficienza, le capacità  delle persone impiegate, l'innovazione.

La somma di questi tre elementi rappresenta il prodotto interno di qualità  di un processo produttivo. Il PIQ misura anche la qualità  del prodotto finale, e qui gli indicatori sono due: valore medio unitario dei prodotti esportati e posizionamento competitivo di un prodotto.

Il PIQ dell’Italia così calcolato vale appunto 460 miliardi di euro. Altro dato positivo: la qualità  cresce a un livello superiore rispetto alla tendenza generale dell’economia, in altri termini il PIQ cresce a ritmo più sostenuto del PIL. Nel 2011 il prodotto interno qualità  + cresciuto come detto del 3%, contro il +1,5% del pil.

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Quindi le imprese che investono in qualità , secondo il rapporto, hanno una propensione alla crescita doppia rispetto a quelle che cercano di andare avanti semplicemente contenendo i costi.

Per quanto riguarda i diversi settori produttivi, la qualità  è più alta nei servizi e nell’industria in senso stretto, che contribuiscono rispettivamente con 300 e 121 miliardi di euro, distanziando parecchio costruzioni e agricoltura, a 28 e 10 miliardi di euro.

Fra i servizi, maggior incidenza della qualità  nei servizi finanziari, sanità  e l'assistenza, istruzione.

Fra i settori industriali, spiccano chimica e farmaceutica, meccanica, mezzi di trasporto, gomma e plastica.

La mappa geografica della qualità  vede saldamente in testa la Lombardia, a quota 132 miliardi di euro, pari al 28,7% del PIQ nazionale. Ben distanziate Lazio, Veneto, Emilia Romagna, tutte regioni intorno ai 50 miliardi di euro di Piq, quindi il Piemonte, 42 miliardi, la Toscana, 29 miliardi. Tutte le altre regioni sono sotto i 20 miliardi.

Claudio Gagliardi, segretario generale di Unioncamere, sottolinea la crescita qualitativa italiana anche sul fronte internazionale: «nel giro di cinque anni, dal 2007 al 2011, le nostre imprese hanno mediamente accresciuto del 10,7% il valore delle esportazioni al netto dei costi di produzione; molto di più di quanto osservato nella media europea e più di quanto associabile alla Germania e alle altre grandi economie del continente».