I dipendenti giudicano i propri manager: è questo il titolo di un recente studio internazionale condotto dalla società di ricerche BVA su commissione del Gruppo BPI, azienda francese che fornisce servizi di consulenza e gestione delle risorse umane.
Un soggetto interessante e quanto mai attuale in un’epoca in cui la dimensione digitale delle interazioni aziendali e la flessibilità di una cooperazione sempre più tangibile nelle attività di business hanno accorciato le distanze tra dirigenti e impiegati, tra chi comanda e chi esegue. Soprattutto nelle PMI, dove non esistono distanze così nette tra le due realtà .
Oggi prevale il concetto di lavoro di squadra, per il semplice fatto che è oggettivamente più produttivo lavorare in sinergia, non solo condividendo strumenti IT in ottica 2.0 ma anche confrontandosi costantemente su project management, obiettivi e metodologie.
Ebbene, in questo scenario rinnovato diventa interessante capire quali vincoli ed ostacoli possano ancora separare il direttivo dall’esecutivo. Quali tensioni possono giocare un ruolo sfavorevole per la produttività in azienda?
L’indagine BVA ha interessato 5.500 lavoratori dipendenti d’azienda di Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Spagna, Svizzera, Polonia, Romania, Svizzera, Marocco e USA. Dai dati è emersa una generale buona considerazione dei propri superiori, più marcata nei confronti dei capi diretti piuttosto che dei dirigenti.
In Italia l’immagine del capo risponde bene ai parametri imposti dal sondaggio: competente (83%), simpatico (72%), talentuoso (66%), aperto alle critiche (60%), onesto (59%), coraggioso (49%), autoritario (49%), stressante (44%), allergico alle responsabilità (17%).
Quest’ultimo dato, tuttavia, allontana la percezione dei dipendenti italiani dalla media internazionale, fermandosi ben al di sotto di essa. Lo stesso vale per quanto riguarda la conflittualità tra dipendenti e superiori, scarsa in generale (3-6%) ma non nel nostro Paese (16%).
Infine, i dipendenti italiani si sentono anche poco supportati nello sviluppo delle competenze (48%) e nella richiesta di una più equa retribuzione(28%).
Ciò che i dipendenti italiani si aspetterebbero maggiormente dai propri manager sarebbe: maggiore riconoscimento del proprio lavoro (46%), ma anche più sostegno nell’organizzazione delle attività (44%) e supporto nei casi critici da affrontare sul lavoro (24%).
In sintesi, vige una certa diffidenza che di certo potrebbe e dovrebbe essere oggetto d’analisi da parte dei responsabili d’azienda.
La ricerca parte dal presupposto che i dipendenti siano sottoposti a pressioni crescenti, è vero, e che con l’aumentare della competitività del mercato si accresca anche il livello di produttività re qualità richiesti.
Allo stesso tempo, però, è anche plausibile attendersi che i dipendenti – per rispondere con energia ed entusiasmo a richieste di ulteriori sforzi – pretendano maggiore fiducia e riconoscimento, sostenuti da un buon livello di stima nei confronti dei propri dirigenti!