Come prevedibile, l’impatto del Coronavirus sulla crescita resta rilevante, ma l’Italia ha evitato gli scenari peggiori e nel terzo trimestre ci sono segnali di ripresa su più fronti, che meglio sostengono le riforme necessarie al rilancio del Paese. Ecco perché, oltre alle misure di rilancio previste nell’ambito del Recovery Plan europeo, in vista c’è anche una riforma fiscale che proseguirà sulla strada intrapresa di taglio del cuneo fiscale.
Questa la sintesi delle prossime mosse di Governo sintetizzate dal ministero dell’Economia Roberto Gualtieri, che ribadisce un punto già più volte sottolineato: la riforma del Fisco sarà autofinanziata, senza toccare le risorse del Recovery Plan.
La riforma, ha spiegato Gualtieri intervistato da Agorà Estate (Rai3), «ha un costo strutturale a regime e non può essere finanziata con strumenti congiunturali come può essere il Recovery Fund».
Misure di riforma fiscale
Dove si troveranno le risorse? Dalla tax expenditure (riordino detrazioni fiscali) e dalle misure di contrasto all’evasione fiscale.
Le misure chiave della riforma: avanti con il taglio del cuneo fiscale, con l’obiettivo di aumentare gli stipendi (sulla scia della misura della manovra 2020), assegno unico per sostenere la famiglia e la genitorialità (sostituendo tutte le attuali agevolazioni, come il bonus nido, baby sitter, e via dicendo). «C’è molto spazio anche con il superamento di meccanismi di tassazione ambientale che rendano il sistema fiscale in linea con la nostra strategia green».
Investimenti per il rilancio
Le risorse del Recovery Fund (al momento 209 miliardi di euro, di cui 81,4 miliardi a fondo perduto e 127 miliardi di prestiti) saranno utilizzate per far risalire il PIL. Che a fine anno non sarà molto al di sotto del -8% previsto dal DEF di aprile. La stima, spiega Gualtieri, «è stata fatta quando non si sapeva quanto sarebbe durato il lockdown: la nuova stima sarà peggio del -8% stimato, ma non così tanto perchè l’Italia sta facendo meglio di quanto prevedevamo».
L’ottimismo sulla ripresa deriva da una serie di considerazioni, a partire dalle attese per un forte rimbalzo del PIL nel terzo trimestre. I segnali incoraggianti individuati: «il sentimento positivo delle imprese sugli ordinativi nei quali l’Italia, cosa rarissima, è stata la prima», la ripresa della produzione industriale in maggio e giugno, i dati sul lavoro, definiti «un segnale limitato ma positivo della ripresa».
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Il riferimento è alla risalita dell’occupazione in luglio, +0,4%. Gualtieri sottolinea come anche il dato sulla disoccupazione, che resta alta, al 9,7% sia in realtà mitigato dal calo degli inattivi (disoccupati non in cerca di occupazione). L’aumento della disoccupazione, sottolinea il ministro, «che nei momenti più duri è scesa perché aumentavano gli inattivi, ora sale perché calano gli inattivi. E poi salgono anche finalmente gli occupati».
Tra le misure finora adottate per contenere i danni della crisi Covid, la cassa integrazione è «sicuramente la cosa che ha funzionato meno bene». Il riferimento è alle regole di applicazione, modificate per poter annettere nella platea dei beneficiari soggetti ordinariamente esclusi: «ha coperto l’impatto di una crisi senza precedenti». In particolare, grazie alle procedure più veloci per la domanda di CIG previste dai decreto Rilancio e Agosto rispetto al Cura Italia (soprattutto per la cassa in deroga, che avevano fatto registrare molti ritardi).