Design sistemico eco-sostenibile in Italia

di Alessia Valentini

18 Agosto 2011 09:00

Disegno industriale sostenibile: le realtà commerciali che operano in Italia come sistemi aperti e/o a casacata grazie all'applicazione del design sistemico.

Obiettivo, produzione industriale che rispetta l’ambiente e produce ritorni economici, con guadagni reali per gli imprenditori interessati: è possibile applicando la sostenibilità produttiva teorizzata dalla Blue Economy dell’economista Gunter Pauli e praticata in Italia dal team del professor Luigi Bistagnino (Politecnico di Torino) tramite il design sistemico.

In un mercato alternativo ma realizzabile è possibile azzerare gli sprechi industriali e incrementare il guadagno per le imprese.

Casi reali di eco-design

Gestione eventi

Responsabile Ambientale del “Salone del gusto e Terra Madre” di Torino, Bistagnino ne ha riprogettato i processi partendo dai rifiuti prodotti e “riconnettendo” le relazioni fra i partner, che prima non si parlavano. Un sistema di eventi a ridotto impatto ambientale, un modello unico al mondo basato su relazioni virtuose di business che rappresentano quei sistemi interdipendenti e a cascata.

Risultati green: meno rifiuti prodotti, migliore differenziazione, materiali di allestimento e grafica biodegradabili e riutilizzabili, sperimentazione di soluzioni di risparmio energetico, packaging con prodotti commestibili, miglioramento dei trasporti e tecnologie di comunicazione, azzeramento emissioni CO2 (compensate contribuendo al progetto internazionale di creazione dell’impianto eolico cinese di Yanquing County a Pechino), certificazione “No Green House Effect”.

Risultati di business: gli “scarti” prodotti dal Salone sono diventati input per aziende come Novamont, Compass Group, Comieco, Consorzio Nazionale Riciclo Imballaggi Acciaio, Ecoglass e Rilegno.

Agricoltura e allevamento

Il progetto per la piccola e media impresa Agrindustria Snc è un esempio di valorizzazione del territorio: il contesto produttivo, distributivo e di consumo è stato popolato da attori locali. Agroindustria vanta autonomia energetica perché riutilizza le risorse rinnovabili al suo interno e, in un bacino territoriale di 40 km, mediante attività green di raccolta e ripulitura del sottobosco da parte delle comunità montane e recupero di scarti produttivi della produzione di pallet e cassette. Le zone limitrofe ripulite sono divenute ulteriore input per il turismo a beneficio delle attività commerciali limitrofe. L’approccio sistemico garantisce dunque introiti all’azienda in relazione al sistema in cui è inserita.

Medesimo approccio anche poer l’attività di allevamento: l’intervento sistemico prevede solo mangimi locali che migliorano la qualità del prodotto alimentare finito e persino del letame, ridestinata a fertilizzante per realtà limitrofe. Anche a Marco Polo un’azienda che produce metano da letame animale ha beneficiato dell’approccio sistemico migliorando la propria produzione e ottimizzando i sistemi interconnessi: ai fornitori di bestiame è stato imposto di adottare misure finalizzate alla qualità, con effetti a catena lungo per tutta la filiera, compresa quella alimentare, con guadagni ulteriori anche per gli allevatori.

Fabbriche

Un altro esempio: a Rivoli (TO), un’azienda che produce guanti da lavoro in lattice ha beneficiato dell’eco-design salvando la propria attività commerciale dal baratro della crisi economica: riprogettando il sistema produttivo con il ricondizionamento dei prodotti – mediante processi di lavaggio con detersivi eco-ambientali – è stato possibile riutilizzare i guanti fino a 6 volte abbassando del 28% il costo di produzione, aumentando posti di lavoro e utili aziendali.

Impianti industriali

Non si pensi che le grandi realtà industriali non siano interessate: la Lavazza ha aderito al progetto “Buone Previsioni dai Fondi di Caffè” in collaborazione con Politecnico di Torino Uniti per utilizzare i fondi di caffè per l’estrazione di lipidi e cere destinati alla filiera farmaceutica, e per ottenere una pasta compatta impiegata nella formazione di un substrato per la coltivazione di funghi, a sua volta riutilizzato per la produzione di vermicompost che rende il flusso dei rifiuti a impatto zero.

Investimenti

Come si vede i sistemi interconnessi si “certificano” a vicenda: tutto si traduce in un sistema finanziario basato su territorialità e riuso piuttosto che prodotto e denaro. Tra l’altro la certificazione empirica è più reale di quella formale, troppo spesso solo di facciata.

Per seguire questi esempi eccellenti, salvando l’ambiente e le tasche, è possibile contattare il team del Politecnico di Torino: in si prospetta la fondazione di uno spin-off in forma di ONLUS per raccogliere investitori interessati a progetti ambientali di eco-design.