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Riforma delle pensioni: i salvi a metà

di Francesca Vinciarelli

Pubblicato 2 Marzo 2012
Aggiornato 24 Febbraio 2016 09:35

Pensioni: le condizioni che permettono ad alcune tipologie di lavoratori di salvarsi, anche se solo in parte, dalla riforma delle pensioni Fornero.

La riforma delle pensioni definita dal governo Monti è entrata in vigore il 1° gennaio 2012, ma c’è ancora chi può andare in pensione secondo la normativa vigente prima della revisione del sistema previdenziale del ministro del Welfare Elsa Fornero.

Al di là di chi ha maturato i requisiti per percepire la pensione di vecchiaia o di anzianità entro il 31 dicembre 2011 esistono alcune tipologie di lavoratori che sono esonerati dalla riforma delle pensioni del governo Monti e possono far riferimento alle precedenti norme per la valutazione dei requisiti di accesso alla pensione anche se maturano gli stessi nel corso del 2012.

Altri sono in attesa di sapere cosa deciderà il Governo con il decreto che dovrà essere emanato entro il 30 giugno 2012.

Quota 96 entro il 2012

E ancora c’è chi può beneficiare di speciali deroghe, si tratta dei lavoratori uomini impiegati con un contratto di lavoro da dipendente nel settore privato che con il vecchio sistema avrebbero raggiunto quota 96 entro il 2012.
Questi non possono rientrare nel vecchio sistema pensionistico ma ottengono delle deroghe sul nuovo: possono andare in pensione a 64 anni, invece dei 66 attualmente richiesti.

I requisiti per l’accesso a tale agevolazione sono però quelli del 2011: quota 96 con minimo 60 anni di età e minimo 35 anni di contribuzione (quindi 60+36 o 61+35). Ma la deroga ha valore solo per i dipendenti che li raggiungono entro il 31 dicembre 2012.

Di fatto si ottengono due anni di “sconto” sulla riforma delle pensioni, ma si rimane nel mondo del lavoro tra i 2 e i 3 anni in più. Con il vecchio sistema infatti, una volta maturata quota 96, il lavoratore avrebbe avuto diritto alla pensione di anzianità e avrebbe percepito il primo assegno passata la finestra mobile di 12 mesi, quindi a 61 o 62 anni a seconda dei casi.

Donne dipendenti

Per le donne dipendenti nel settore privato la situazione è simile, solo che i requisiti richiesti entro il 31 dicembre 2012 sono di almeno 20 anni di contributi e un’età anagrafica di almeno 60 anni. A queste lavoratrici l’accesso alle pensioni si aprirà a 64 anni, quindi anche in questo caso si tratta di un “salvataggio” parziale dalla riforma delle pensioni Fornero.