Il rilascio della versione RC1 di Windows 7 non ha mancato di riscaldare gli animi di quanti si attendevano un sistema operativo decisamente più snello, stabile e veloce, capace di far presto dimenticare il poco amato Windows Vista.
Deludono però i risultati dei primi test sulle performance del nuovo OS, con un miglioramento quasi impercettibile rispetto a Vista: 5%.
Il margine di miglioramento – misurato attraverso l’applicativo WorldBench 6 – c’è ed è quantificabile, ma difficilmente sarà notato dall’utenza finale. I due sistemi sarebbero quindi virtualmente identici sul piano delle prestazioni generali.
Windows 7 rimane comunque in grado di eccellere in alcuni compiti particolari, come la masterizzazione dei CD/DVD e la copia dei file, settori nei quali evidentemente la migliore gestione dei driver legati alle unità di storage si è fatta sentire.
Gli ambiti lavorativi che necessitano della piena compatibilità con Windows XP dovrebbero inoltre tenere in considerazione come l’ambiente di virtualizzazione “XP Mode” risulti molto esigente in termini di processore e quantitativo di RAM (non meno di 2Gb).
Diviene infatti obbligatorio possedere una CPU con tecnologia Intel VT (Virtual Technology) o AMD-V, a seconda dei sistemi utilizzati.
Cambia inoltre il nome del sistema di verifica dell’originalità del sistema operativo: Windows Genuine Advantage (WGA) lascia il posto a Windows Activation Technologies (WAT).
Microsoft non ha ancora diramato nei dettagli i cambiamenti apportati al nuovo sistema di verifica, limitandosi a sottolineare che il termine WAT vuole evidenziare come la tecnologia si sia evoluta, il codice sia cambiato e i componenti nonché l’utilizzo del nuovo sistema siano diversi.