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Invecchiamento: digitale come leva di inclusione

di Anna Fabi

Pubblicato 9 Settembre 2019
Aggiornato 4 Luglio 2022 12:18

L'alfabetizzazione digitale come strumento di inclusione e di benessere della popolazione anziana: riflessioni e analisi di Paolo Marizza.

L’invecchiamento della popolazione e il crescente sviluppo e utilizzo dei mezzi digitali costituiscono una delle maggiori sfide della società moderna. La tecnologia ha avuto un impatto enorme sulle nostre vite, ma come può giovare in particolare alla popolazione anziana? E quali sviluppi sono auspicabili?

Non è necessario evocare scenari demografici ormai acquisiti – nel 2050 oltre un terzo della popolazione sarà anziana – per affermare l’esigenza di un legame più stretto tra popolazione over 65 e dispositivi digitali in una società ed una economia della longevità.

L’avanzare della digitalizzazione rischia  di escludere e isolare le persone senza le capacità e competenze necessarie a rimanere al passo coi tempi. Eppure, recenti studi testimoniano come iniziative di alfabetizzazione digitale e personalizzazione di interfacce applicative possano far aumentare del 50% le capacità delle persone di svolgere attività quotidiane e ridurre i sintomi di depressione.

Tecnologie per la terza età

Isolamento sociale e solitudine sono problematiche in aumento e costituiscono una leva per l’utilizzo di servizi pubblici, vista la mancanza di reti di supporto, soprattutto con l’incremento progressivo del bisogno di aiuto dovuto all’avanzare degli anni.

Non a caso, oggi sono disponibili sul mercato numerose tecnologie e app pensate per il supporto agli anziani. E chissà cosa ci riserva il futuro per quanto riguarda l’assistenza digitale. Senza arrivare a innovazioni come Paro (il cucciolo di foca robotico utilizzato nelle case di riposo giapponesi per incoraggiare le interazioni tra degenti) o applicazioni evolute di telemedicina, è l’accessibilità e la fruibilità di applicazioni “facili da usare” che possono contribuire al benessere della generazione anziana.

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Alfabetizzazione digitale over 65

A partire dalle operazioni di base: utilizzo per computer, navigazione su Internet, videochiamate, ecc. In Australia, ad esempio, è già possibile erogare assistenza in remoto tramite tablet fornito agli anziani, per contattare community e social network dedicati, seguire sedute psicologiche virtuali e così via. Un modo per prendere confidenza con la tecnologia ed arrivare così ad applicazioni più evolute e mirate al benessere psicofisico, che permettono  di fornire assistenza al 60% del costo dei servizi di supporto faccia a faccia.

Creare consapevolezza e abilità nell’accesso e fruizione delle tecnologie digitali da parte della popolazione anziana, oltre a rappresentare un imperativo etico solidaristico, costituisce un fattore fondamentale per l’arricchimento della qualità di vita nella prospettiva dell’invecchiamento attivo, attraverso nuove forme di alfabetizzazione digitale.

Esempi e modelli

Di fatto, l’accesso al Web e l’utilizzo di dispositivi digitali può apportare benefici significativi in termini di benessere psico-fisico e inclusione sociale, perchè permette di accedere in autonomia a contenuti, informazioni, servizi e prestazioni. In tale ottica, sarebbe auspicabile lo sviluppo di iniziative mirate, ad esempio volte a:

  • spiegare l’’importanza della digitalizzazione per la popolazione anziana;
  • favorirne l’autonomia nell’accesso alle informazioni offerte dalle tecnologie multimediali;
  • promuovere l’uso di strumenti per l’accesso e la fruizione di contenuti digitali e prestazioni dedicate;
  • migliorare la qualità della vita e la soddisfazione nelle relazioni sociali e interpersonali.

Anche iniziative locali da realtà non profit, frutto di collaborazioni pubblico-privato e incentivate da politiche regionali potrebbero quindi essere finalizzate ad avvicinare gli anziani al digitale coinvolgendo cittadini e istituzioni e ad avviare progetti pilota presso strutture interessate per mission al benessere della popolazione over 65.

Iniziative mirate

Per lo sviluppo di tali iniziative potrebbe prevedere un percorso in 3 step, iniziando con un approccio qualitativo.

1. Quale alfabetizzazione?

Per prima cosa bisogna capire il reale rapporto tra anziani e nuove tecnologie e comprenderne la percezione in termini di benessere e facilità di accesso alle informazioni e servizi (più accessibilità ai servizi di interesse, maggiori relazioni sociali, maggiore autonomia e autodeterminazione…) Lo strumento tipico è il questionario con focus group per raccogliere le informazioni, incentrando le domande sugli argomenti di seguito riportati.

  • Informazioni generali (stato civile e familiare della persona, rete sociale informale);
  • Aiuti attivi (presenza o meno di una rete formale di sostegno e aiuto);
  • Utilizzo di dispositivi elettronici (per indagare il rapporto con il telefono cellulare, l’accesso a Internet e l’utilizzo di PC/tablet);
  • Qualità di  vita (percezione di utilità, benessere e soddisfazione nella fruizione attuale e potenziali di servizi e contenuti digitali);
  • Sezione riservata a chi ha maggiore dimestichezza con le tecnologie multimediali  (per approfondirne soddisfazione e benefici).

2. Alfabetizzazione digitale di base

Al termine della prima parte verrebbero individuate le esigenze, gli interessi e le tematiche prevalenti per strutturare un primo percorso di alfabetizzazione digitale di base, eventualmente differenziato per diversi segmenti/attitudini della popolazione anziana indagata.

L’offerta di corsi dedicati all’informatica e alla tecnologia è molto vasta e tratta vari argomenti con dispositivi elettronici differenti. Tali offerte sono state gradualmente ampliate e modificate in base ai bisogni emergenti e all’evoluzione dei mezzi di comunicazione e di informazione (es.: fino a qualche anno fa erano orientati all’utilizzo del computer, oggi di smartphone e tablet).

I corsi/workshop potranno essere articolati a seconda della necessità dell’anziano e spaziano da introduzione al dispositivo elettronico (con utilizzo della tastiera e del mouse) fino ad arrivare a corsi su tablet. Vengono proposte lezioni sull’utilizzo di Internet e motori di ricerca, nonché prime nozioni sulla sicurezza informatica.

3. Dall’alfabetizzazione alla fruizione personalizzata

Spesso, siti e app non considerano a sufficienza l’utilizzo da parte di utenti con deficit visivi, tattili, uditivi o motori (o semplicemente di neofiti del digitale): risulta quindi fondamentale garantire agli anziani un accesso alla rete adattando dispositivi, siti e app alle loro esigenze.

È dunque necessario in primo luogo rendere intuitivi e funzionali i dispositivi necessari ad accedere ad Internet. Smartphone con tasti facilmente utilizzabili, tastiere di computer semplificate, ecc. Esistono già sul mercato applicazioni che, attraverso icone grandi e impostazioni chiare, rendono telefono o tablet più semplice da utilizzare. A seguire, è necessaria un’opera di sensibilizzazione per orientare l’offerta di dispositivi e applicazioni e la fornitura di servizi che abitualmente non hanno a che fare principalmente con l’anziano.

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Conclusioni

Per realizzare tutto questo, il sostegno tra generazioni risulta un punto fondamentale. I nativi digitali possiedono le conoscenze e le competenze che mancano alle generazioni più anziane (“nipoti e nonni”), che non sono certo le uniche a far capo a servizi pubblici e privati, di cui fruiscono anche giovani e adulti che necessitano di aiuto di vario genere.

Da qui, potrebbe nascere una collaborazione tra giovani e anziani, uno scambio di conoscenze funzionale e arricchente. Da una parte la trasmissione del sapere tecnologico, dall’altra quello dell’esperienza di vita e del sostegno emotivo.

In prospettiva potrebbero maturare le condizioni per lo sviluppo di startup innovative, fondate anche da giovani che forniscano sia servizi di natura formativa, sia di sviluppo e supporto tecnico per l’installazione e diffusione di tecnologie multimediali di base per la popolazione anziana.


Articolo di Paolo Marizza, Co-founder Innoventually, Adjunct Professor Deams UniTS