Un miliardo di visitatori. Non poteva essere che Google a tagliare per primo il simbolico traguardo: nel mese di maggio il totale dei siti posseduti da Mountain View (compreso, ad esempio, YouTube), ha raggiunto quota 1,0009 miliardi di visitatori unici. E’ la prima volta che tale cifra viene superata nella storia del web. I dati sono comunicati da ComScore.
Rspetto allo stesso mese dello scorso anno, Google ha messo a segno un incremento di visite del +8,4%. Più ingente l’aumento di Microsoft, +15%, che però in termini assoluti si ferma al secondo posto con 905 milioni di visitatori. Terzo gradino del podio per Facebook, a quota 714 milioni, che però registra un boom del 30% rispetto all’anno scorso ed è il numero uno in termini di permanenza degli utenti online.
Quarta posizione per Yahoo, 689 milioni, che era stata sorpassata dal social netowrok di Zuckberger in ottobre e che registra un +11% sullo scorso anno.
Comscore effettua questa particolare misurazione elaborata su un panel di due milioni di navigatori dal 2006. A quel tempo, Google aveva circa 496 milioni di utenti unici mensili (quindi ha più che raddoppiato), mentre Microsoft era in testa a quota 539 milioni.
Mountain View si conferma gran protagonista della rete, ma l’avversario emergente, Facebook, non sta a guardare. In termini di tempo passato sul sito, il social network in maggio ha raggiunto i 250 miliardi di minuti, il 66,6% in più di un anno fa. Qui al secondo posto c’è Microsoft, con 204 miliardi di minuti, che però segna un rallentamento del 13,6% sul 2010. E Google è “solo” terzo, con circa 200 miliardi di minuti al mese e un incremento del 13%. Il sorpasso di Facebook su Google è avvenuto in novembre, quello su Microfot all’inizio di quest’anno.
La competizione sul web dunque è particolarmente agguerrita, e proprio Mountain View negli ultimi giorni ha messo a segno un nuovo, importante colpo: un accordo con la British Library grazie al quale nei prossimi tre anni metterà online circa 250mila libri antichi. Trattasi di volumi che vanno dal 1700 al 1870, anni cruciali per la storia d’Europa e del mondo, che hanno visto la rivoluzine francese, la rivoluzione industriale, la fine della schiavitù, l’avvento delle ferrovie, l’invenzione del telegrafo, la battaglia di Trafalgar, la Guerra di Crimea.
Fra i primi testi ad essere digitalizzati, un pamphlet del 1791 su Maria Antonietta, la descrizione del primo sottomarino meccanico, 1858, un trattato di storia naturale sull’ippopotamo di Georges Louis Leclerc del 1775.
I 250mila volumi rappresentano una parte minoritaria della collezione della British Library, con i suoi 150 milioni di titoli. Ma il progetto è di metterne altri online, per la precisione arrivando a circa 14 milioni di titoli disponibili in formato digitale entro il 2020.
Sono diverse le biblioteche e gli archivi storici che stanno intraprendendo questa strada. La stessa British Library ha recentemente siglato un’altra partnership, con Microsoft, per 65mila volumi del diciannovesimo secolo.
Tornando all’accordo con Google, Mountain View si accollerà le spese di digitalizzazione (la cui entità non è stata resa nota), i volumi saranno consultabili su Google Libri e sul sito web della British Library.
Spiega Lynne Brindley, Ceo della British Library: “nel dicannovesimo secolo i nostri predecessori ebbero l’ambizione di dare a tutti accesso al maggior numero di letture possibili, per assicurare che la conoscenza non fosse ristretta solo a coloro che potevano permettersi una biblioteca privata”. La digitalizzazione è il modo contemporaneo di “portare avanti questa orgogliosa tradizione”.