Il mercato business ha assunto piena consapevolezza dei potenziali benefici derivanti dall’integrazione in azienda di soluzioni di virtualizzazione.
Lo conferma un recente studio internazionale condotto da HP.
Ben l’86% dei manager d’impresa ha pianificato l’implementazione di progetti che vanno in questa direzione, sebbene si tratti ancora di società medio-grandi.
Il mercato, tuttavia, già da tempo sta arricchendosi proponendo soluzioni che possono adattarsi anche a contesti medio-piccoli, come quelli delle Pmi.
Il processo di penetrazione sistematica si è già avviato, quindi, ma ancora siamo in fase di maturazione. Per quanto l’89% delle imprese che hanno avviato progetti di virtualizzazione prevedano una piena operatività entro il 2010, soltanto un terzo dei CIO e dei manager intervistati considera tale tecnologia un reale strumento di business.
Ciò potrebbe finire per tradursi in investimenti contenuti, poichè non finalizzati – in questa ottica prudenziale – alla crescita aziendale.
Di fatto, in linea con la percezione attuale, la virtualizzazione non viene applicata in ottica globale e integrata, rimanendo confinata a specifici segmenti di business, al solo scopo di ridurre costi infrastrutturali.
Soltanto un 35-37% dei decisori d’azienda tiene conto anche del suo potenziale legato a flessibilità o rinovabilità, un valore aggiunto che apporta competititività e migliori performance al business globale.
I maggiori ostacoli? Costi iniziali, formazione e competenza degli staff, supporto del management aziendale e pianificazione dell’infrastruttura.
Ciò che manca è quindi una cultura tecnologica adeguata (come ritiene il 55% degli intervistati), che porti i decisori a considerare tale soluzione in un’ottica business.
Il 55% degli intervistati esprime la necessità di operare cambiamenti culturali a livello di coinvolgimento del management o della line-of-business, così da portare ad un graduale incremento dei fondi interni destinati alla formazione del personale addetto alla gestione de queste nuove tecnologie.