I primati del progetto sono tanti e tali che è difficile iniziare a elencarli: parliamo di ET, telescopio più potente mai realizzato dai fisici in Europa. Si chiama ET ma gli extraterrestri non c’entrano nulla: il l’acronimo di Einstein Telescope, in quanto dedicato al padre della Relatività e perchè servirà ad esplorare la sua teoria sulle “onde gravitazionali”.
Sarà il caso di spiegare bene di cosa si tratta: un telescopio sotterraneo, che misura qualcosa come 30 chilometri di perimetro, il cui progetto è stato presentato a Cascina (Pisa), dove si trova lo European Gravitational Observatory.
Considerato lo strumento scientifico più ambizioso messo a punto dagli scienziati del Vecchio Continente dopo il superacceleratore Lhc del Cern di Ginevra (quello che deve rirprodurre il Big Bang), è un progetto che promette di aprire nuove frontiere, portando l’Europa in primo piano a livello mondiale nella ricerca sulle origini dell’universo. L’Italia partecipa attraverso l‘Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) al progetto che è finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del Settimo Programma Quadro della Ricerca.
“Grazie alla sua estrema sensibilità alle basse frequenze, ET ci permetterà di osservare con regolarità le onde gravitazionali inaugurando così l’era di un nuovo tipo di astronomia, l’astronomia gravitazionale: sarà una vera e propria rivoluzione scientifica”, spiega Michele Punturo, dell’Infn di Perugia, coordinatore scientifico dello studio del progetto. “Dopo uno studio di tre anni, che ha coinvolto oltre 200 scienziati in Europa e nel mondo, noi siamo lieti di presentare lo studio di progettazione per il telescopio Einstein, che spiana la strada per svelare un lato nascosto dell’universo” spiega Harald Lück, vice coordinatore scientifico.
Il telescopio ha la forma di un triangolo, di dieci km per ogni lato, per un totale di 30. Sarà collocato nel sottosuolo, a una profondità di 100 metri e, detto in modo molto semplice, servirà ad ascoltare l’eco delle gigantesche esplosioni avvenute nell’universo. Queste esplosioni, secondo le teorie di Einstein, generano quelle che il fisico ha chiamato “onde gravitazionali”, che nell’universo si propagano alla velocità della luce.
ET cercherà di interecettarle e di misurarle, fornendo così quel che si potrebbe definire il tassello mancante alla verifica sperimentale della teoria della relatività. Il posizionamento oltre i 100 metri sottoterra permetterà di attutire i movimento sismici che potrebbero mascherare il segnale, molto debole, delle onde gravitazionali.
Pur nel tentativo di somplificare, la spiegazione scientifica è come si vede molto complessa.
Comunque sia, queste onde permetteranno agli scienziati di “ascoltare” i piu’ violenti eventi dell’universo (per esempio, le collissioni dei buchi neri). Suoni che dovrebbe addirittura permettere di penetrare tempi e luoghi impossibili da vedere con la luce normale, come ad esempio la nascita del nostro universo: le onde gravitazionali possono trasportare informazioni provenienti dai primi attimi dell’universo.
La costruzione di Et dovrebbe iniziare nel 2018, il costo sarà di circa un miliardo di euro, la sede definitiva non è ancora stata scelta ma nella short list è presente l’Italia.