Le applicazioni RFId nella Sanità pubblica

di Andrea Spiezia

18 Aprile 2008 09:00

Le applicazioni RFId non hanno avuto molto spazio all'interno delle strutture sanitarie. Si stanno diffondendo, infatti, soltanto di recente

La tecnologia RFId (acronimo di Radio Frequency IDentification ) ha fatto la sua comparsa, come molte tecnologie di telecomunicazioni, durante la seconda guerra mondiale. Finita la guerra il progredire dei processi tecnologici e produttivi, ha consentito una riduzione delle dimensioni e dei costi. Tutto ciò ha portato questi dispositivi a diventare uno strumento ormai indispensabile in ambito industriale e non. Tra le varie applicazioni basti pensare alla logistica di magazzino, ai sistemi di sorveglianza merci nei supermercati, ai sistemi di accesso in ambienti protetti, fino al pagamento autostradale. Non tutti sanno, infatti, che il telepass è una applicazione RFId.

Negli ambienti sanitari, invece, la diffusione di tecnologie wireless ha avuto un lento sviluppo a causa dal pericolo di interferenze con apparecchiature diagnostiche e di monitoraggio. Oggi, tuttavia, lo sviluppo di sistemi di modulazione che consentono trasmissioni efficienti con una bassa potenza di emissione, permette il superamento di questi ostacoli e ha quindi aperto le porte dei luoghi di cura a questa tecnologia. Alcune delle applicazioni più diffuse in campo sanitario, che si stanno attualmente sperimentando in diverse parti del mondo, sono la cartella clinica elettronica, la telemedicina, la gestione della terapia e del farmaco, la localizzazione del paziente all’interno della struttura, la tracciabilità delle sacche di sangue, le applicazioni di supporto all’attività degli infermieri in generale e il controllo della corretta sterilizzazione dei vari strumenti in sala operatoria.

In particolare per questo tipo di applicazione sussisteva anche il problema della resistenza delle applicazioni RFId all’acqua e ai processi di sterilizzazione in genere. Ma anche questo sembra essere risolto. È stato creato, infatti, un tag che può essere sterilizzato senza bisogno di rimozione e capace di mantenere comunque tutte le proprie informazioni. È stato appositamente pensato per tracciare ogni particolare tipo di apparecchiatura sanitaria che necessita di una pulizia radicale, e può essere programmato per lanciare l’allarme nel caso di compromissione di una qualsiasi fase del protocollo.

Principio di funzionamento

L’elemento che caratterizza un sistema RFId è il transponder o tag. Si tratta di un componente elettronico, che può essere grande solo pochi millimetri, dove vengono memorizzati i dati di identificazione e che si occupa del controllo e della ricetrasmissione dei dati. In particolare ogni tag ha un identificativo unico dato dal produttore e non modificabile. Il transponder può essere alimentato anche attraverso il campo elettromagnetico prodotto a distanza da un lettore e ricevuto attraverso un’antenna collegata al tag: in questo caso si parla di tag passivi.