Italia: reti wi-fi ad alto rischio

di Guido Grassadonio

Pubblicato 28 Novembre 2011
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:46

Proteggere il proprio PC spesso non è sufficiente a garantirsi un livello di sicurezza soddisfacente. Come è universalmente noto, se ci si connette ad Internet tramite router, anche quest’ultimo è potenzialmente soggetto ad attacchi da parte di malintenzionati.

E le categorie di questi variano dagli scrocconi di linea ai malfattori della peggior specie – spesso l’utente medio non si accorge neanche dei rischi che corre lasciando la propria rete wi-fi non protetta. Infatti, collegarsi al router di un’altra persona permette di compiere tranquillamente crimini informatici nel più completo anonimato (o, se preferite, a nome vostro), senza contare la possibilità di rubare le password di accesso ai vari portali come i siti bancari e comunque dati sensibili.

In parole povere un router non protetto è un invito a spiarci ed ad assumere la nostra identità telematica. Si tratta di temi piuttosto noti a cui si è aggiunto un nuovo allarme: si era sempre detto che per raggiungere un livello di sicurezza abbastanza soddisfacente fosse sufficiente settare una password di accesso abbastanza complessa – e preferibilmente wpa2 -, in modo da costringere l’eventuale cracker a giorni di tentativi prima di riuscire a forzare le nostre difese. Da oggi potrebbe non essere più così.

Come ha, infatti spiegato l’esperto di sicurezza informatica (ed hacker) Raoul Chiesa ci si è presto accorti che l’Italia è un paese molto particolare per quanto riguarda le connessioni ADSl. Un percentuale assolutamente rilevante delle utenze infatti usa sempre gli stessi modelli, che sono poi quelli (a volte terribili) che ci vengono affittati dagli Internet Provider – e che spesso sono obbligatori per accedere a certe offerte.

Ciò ha permesso, tramite tecniche di reverse engineering, di studiare metodi per forzare in poco tempo tutte le difese di questi router, aprendo le “porte di casa” delle reti di milioni di italiani. Lo stesso Chiesa non ha nascosto il giusto grado di allarmismo:

I pirati hanno capito che il mercato italiano è un po’ strano. E’ il solo al mondo dove c’è una così grande quota di utenti adsl dotati degli stessi router, perché sono quelli obbligatori con alcune offerte dei principali operatori.

Si stanno diffondendo strumenti online che permettono a chiunque di vestire i panni di un pirata informatico e di intrufolarsi nelle reti wi-fi di provider come Alice e Fastweb

Il consiglio che possiamo darvi in questa sede, oltre che ribadire l’importanza di inserire una password complessa, è quello di non usare il PC in transazioni economiche – o immettendo dati sensibili importanti – se si sospetta che qualcuno stia rubando la banda; ed, ovviamente, avvertire sempre in questi casi il vostro provider di questi sospetti.