IMU e TASI fuse, penalizzante?

Risposta di Barbara Weisz

22 Novembre 2018 18:30

Claudio chiede:

Ho letto che sarebbe intenzione del governo formulare una nuova IMU incamerando la TASI e arrivando così a 11,40% ma, da quel che so io, il massimo applicabile per legge è 10,60% come stanno già attuando la maggior parte dei comuni, che applicano l’IMU nella misura massima e non la TASI per non eccedere il massimo ammesso. Se fosse così ci sarebbe un aumento della tassazione sulle seconde case?

Premetto che si tratta di un emendamento, presentato nell’ambito dell’iter parlamentare di approvazione della Legge di Bilancio, che quindi al momento non è legge. Lo diventerà solo nel caso in cui dovesse essere approvato, rientrando quindi nella stesura definitiva della manovra economica per il 2019.

La norma attuale prevede un tetto massimo IMU all’1,06% ma è possibile applicare una maggiorazione dello 0,8%, per cui la somma di IMU e TASI può, appunto, arrivare all’11,4%. Si tratta, ad esempio, delle aliquote previste nel Comune di Milano o di Roma.

In effetti, la novità, penalizzante, sarebbe in fatto che in questo modo si renderebbe strutturale la possibilità di applicare la maggiorazione dello 0,8%, che era  stata introdotta in via sperimentale nel 2014 e 2015 e poi via via prorogata.

La proposta formulata dall’emendamento prevede infatti l’eliminazione della TASI, che confluirebbe nell’IMU. Sarebbero poi i Comuni, esattamente come ora, a stabilire in che modo modulare l’imposta sugli immobili, restando nei limiti previsti.

Hai una domanda che vorresti fare ai nostri esperti?

Chiedi all'esperto

Risposta di Barbara Weisz