Justin Bieber video live: virus email "snobbato"

di Giuseppe Cutrone

Pubblicato 1 Aprile 2011
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:47

In questi giorni circola in Rete un’email con falso allegato che si presenta come un video di Justin Bieber, la star del momento per milioni di teenager.

La tecnica è la solita e ormai consolidata da parecchi anni: l’email invita ad aprire l’allegato e a lanciare il programma, spacciato come player video. in questo caso il video avrebbe dovuto essere una versione live di “Never Let You Go“, il suo pezzo forte, che tanto ha spopolato in questi mesi (ma che poco si presta, a quanto pare, a far da traino per la diffusione del virus!).

Una volta aperto l’allegato, si installa un malware identificato come “Trojan.Bieber.FraudPack“, un software pericoloso in grado di esporre la macchina infettata a varie minacce fino a farla diventare, in alcuni casi, parte di una botnet.
Si tratta quindi di un pericolo consistente vista l’enorme fama del personaggio inconsapevolmente coinvolto. Tuttavia, la diffusione del virus non ha trovato la strada spianata, riscontrando anzi parecchie difficoltà a diffondersi tra gli utenti.

Come si spiega la scarsa tendenza degli utenti vittime ad aprire l’allegato malevolo? Forse nella giovane età: un pubblico composto per lo più da adolescenti (pari età della star), probabilmente è solito usare i social network per comunicare piuttosto che l’email, appannaggio di un pubblico più adulto e quindi meno interessato alle performance di Bieber. Si tratta di una possibile spiegazione, certo, anche perché già in passato la tecnica di associare un nome famoso ad un falso allegato per convincere la gente a cadere trappola si era dimostrata abbastanza efficace e ne sa qualcosa proprio lo stesso Bieber, che alcuni mesi fa era diventato oggetto inconsapevole per la diffusione di un’applicazione su Facebook.

In quel caso, però, com’è possibile notare, il falso video di un’erezione in pubblico avuta da Bieber era circolato proprio su Facebook, dando ragione indirettamente a chi collega la scarsa capacità di diffusione del malware via email con l’età media del pubblico interessato al giovane artista.