Quota 41 per autonomi precoci a partita IVA

Risposta di Barbara Weisz

10 Gennaio 2024 08:37

Adriano chiede:

Volevo sapere se, avendo una partita IVA come autonomo, posso usufruire della Quota 41 e tenerla ancora aperta.

La Pensione dei Precoci con Quota 41 (ossia con 41 anni di contributi di cui almeno uno prima del compimento del 19esimo anno di età, oltre a una serie di altri requisiti) non prevede preclusioni per le Partite IVA perché trovino collocazione in una delle quattro categorie di lavoratori ammessi:

  1. dipendenti disoccupati che abbiano terminato da 3 mesi la NASPI o altra indennità spettante;
  2. caregiver dipendenti ed autonomi che assistono da 6 mesi il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap grave ai sensi della legge 194;
  3. invalidi civili dipendenti e autonomi con riduzione della capacità lavorativa dal 74%;
  4. addetti a mansioni usuranti gravose (sono specificate dalla legge 67/2011 e dalla Legge di Bilancio 2017) svolte per almeno 7 anni negli ultimi 10 di attività.

Si tratta di una forma di pensione anticipata ordinaria, quindi compatibile con l’attività lavorativa ed anche con il mantenimento della partita IVA. Il riferimento legislativo è il comma 199, della legge 232/2016, che dettaglia i requisiti per la pensione dei lavoratori precoci, e non prevede alcuna incompatibilità con l’attività di lavoro.

E’ invece la Quota 103 a prevedere dei vincoli. Anche questa formula di pensione anticipata prevede 41 anni di contributi, oltre a 62 anni di età anagrafica.

In questo caso, si possono cumulare solo redditi da lavoro autonomo occasionale fino a un tetto di 5mila euro annui fino al compimento dell’età per la pensione di vecchiaia (a quel punto, decade il divieto di cumulo con redditi da lavoro).

Può comunque tenere aperta la partita IVA, restando nei limiti di reddito sopra descritti, pur con la considerazione che le prestazioni occasionali non la richiedono.

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Risposta di Barbara Weisz