eGovernment: potenzialità e punti deboli della PA italiana

di Teresa Barone

17 Giugno 2013 10:00

Il ritardo della PA italiana in materia di eGovernment e le carenze più evidenti messe in luce da uno studio promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano.

Lo sviluppo dell?eGovernment in Italia è ancora oggi molto frammentario e caratterizzato da poche esperienze virtuose, contro una maggioranza di realtà locali nelle quali il ritardo è senza dubbio evidente. Ma quali sono le principali carenze della PA italiana in materia di innovazione e digitalizzazione?

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Risorse e punti deboli della PA a livello centrale e locale sono state messe in luce da una recente ricerca presentata al convegno “eGovernment & PA: l’Italia fa squadra!? dall’Osservatorio eGovernment della School of Management del Politecnico di Milano. Secondo l?indagine, infatti, le lacune più evidenti riguardano l?utilizzo delle tecnologie del Cloud Computing, ma anche la gestione associata dell’ICT e l?’integrazione delle banche dati.

Basti pensare che solo lo 0,6% degli enti locali amministra in modalità digitale tutte le attività che riguardano la gestione delle multe, e ammonta al 54% la percentuale delle amministrazioni che ancora non adotta servizi di pagamento multicanale. Se la comunicazione attraverso il Web è allo stato attuale ancora molto carente, gli enti pubblici sanno tuttavia utilizzare le risorse offerte dai social network.

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Lo studio focalizza l?attenzione sulle potenzialità della PA italiana illustrando gli obiettivi facilmente raggiungibili con l?introduzione di più servizi digitali: si parla innanzitutto dei vantaggi per i Comuni (con la completa digitalizzazione delle multe si otterrebbe un risparmio pari a 105 milioni di euro l?anno), ma anche con la gestione associata dell’ICT sempre in ambito comunale si ridurrebbero i costi del 50%.

Allo stato attuale, secondo la ricerca, la metà degli enti si affida ancora al formato cartaceo e l?utilizzo del Cloud Computing non supera il 10% dello scambio dei dati e solo nei casi più virtuosi.

«Oggi, grazie anche alla recente costituzione della dell’Agenzia per l’Italia Digitale, sembrano emergere le condizioni di contesto perché si affermi un sistema integrato di governance dell’innovazione su tre livelli: centrale, di indirizzo e definizione delle macro-strategie, incardinato nell’agenzia; territoriale, per il raggiungimento di economie da massa critica, imperniato sulle Regioni; infine locale, per la gestione dei servizi di consulenza ai singoli Comuni, costituito da centri servizi e/o consorzi di Enti.»

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Questo il commento di Giuliano Noci, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio eGovernment della School of Management del Politecnico di Milano. Per quanto riguarda gli ostacoli più ardui da superare per raggiungere una ottimale digitalizzazione della PA, infine, la ricerca ne individua alcuni fattori determinanti: i vincoli di spesa imposti dal Patto di Stabilità, la mancanza di risorse economiche e di personale, l?inadeguatezza delle soluzioni con la normativa, la difficoltà di coordinamento con altri soggetti.