Sono 2016 i territori europei coinvolti nell’indagine promossa dalla UE e relativa alla qualità della Pubblica Amministrazione: a mostrare performance peggiori sono le Regioni del Sud Italia, come sottolinea l’Ufficio Studi della Cgia di Mestre.
=> PA italiana digitale e innovativa
Sono proprio le amministrazioni del Mezzogiorno a comparire sette volte nel rank delle trenta peggiori PA ed è la Campania a classificarsi al 202° posto.
La classifica è stata realizzata tenendo conto di alcuni indici di qualità, analizzando i servizi pubblici, la trasparenza e la legalità. Dando un’occhiata ai dati delle Regioni italiane, le valutazioni migliori sono ottenute dalle due province autonome del Trentino Alto Adige e da Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia.
Se Veneto ed Emilia Romagna non si discostano molto dalla media europea, Umbria, Toscana, Marche, territori del Nord Ovest, Lombardia, Piemonte e Liguria si trovano a metà classifica mentre il Lazio si posizione al 184° posto. Fanalino di coda, invece, sono Abruzzo, Sicilia, Puglia, Molise, Calabria e soprattutto Campania.
«Il quadro dipinto da questo indice europeo – afferma Paolo Zabeo, coordinatore dell’Ufficio studi – evidenzia come l’Italia sia il Paese che presenta, al suo interno, la più ampia variabilità in termini di qualità della PA, tra le prime regioni del Nord e le ultime del Sud. Si pensi che, secondo quanto indicato dal Fondo Monetario Internazionale, se l’efficienza del settore pubblico si attestasse sui livelli ottenuti dai primi territori italiani, come le province di Trento e di Bolzano, la produttività di un’impresa media potrebbe crescere del 5-10 per cento e il Pil italiano di due punti percentuali, ovvero di 30 miliardi di euro.»