Per il momento, sono stati trovati tre quintali di posta che sono stati mandati al macero senza essre recapitati. Ma gli accertamenti della Guardia di Finanza di Lecce proseguono, per verificare se fra i 29 quintali di corrispondenza pronta per essere mandata al macero ci siano altre irregolarità.
Nel frattempo, nel registro degli indagati sono finite cinque persone: due funzionari di Poste Italiane, due capi reparto e un capo squadra. Le ipotesi di reato sono abuso d’ufficio, violazione, sottrazione e soppressione di corrispondenza, appropriazione indebita.
L’indagine, coordinata dal sostituto procuratore di Lecce Angela Rotondano e guidata dal colonnello Patrizio Vezzoli della fiamme gialle salentine, è proseguita per mesi dopo una lunga serie di denunce da parte di cittadini, uffici, pubbliche amministrazioni. Ricostruendo con precisione i movimenti della posta non consegnata, i finanzieri sono arrivati a un centro di raccolta di Nardò, dove hanno trovato i 29 quintali di posta pronta per andare al macero che ora stanno controllando.
E hanno già accertato che per almeno tre quintali di missive (lettere, comunicazioni, estratti conto, riviste) non era stato fatto alcun tentativo di consegna, la posta era stata destinata direttamente al macero. Fra l’altro, in alcuni casi i dipendenti che ora risultano indagati avevano anche preso dei premi di produzione perchè avevano brillantemente raggiunto gli obiettivi di produttività eliminando la posta giacente. Il problema è che sembra abbiano utilizzato un metodo non propriamente corretto.
Le indagini proseguono, ed esiste la possibilità che emergano anche altri casi di mancato adempimento da parte degli uffici postali.
Fra i vari commenti, il segretario regionale dell’Ugl Camillo Massari esprime la propria solidarietà ai cittadini che hanno subito il danno della mancata consegna ma contemporaneamente si augura che per colpa di alcuni non vengano compromesse “la professionalità e la dedizione” di tutti gli altri lavoratori delle Poste.