Diecimila persone solo ai Fori Imperiali, a Roma, dove ieri mattina a tagliare il nastro di inizio del Biciday 2011 c’era il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo. Manifestazioni sportive su due ruote dedicate ai 150 anni dell’unità in sei grandi città, Torino, Milano, Reggio Emilaia, Firenze, Roma e Marsala. E oltre mille comuni italiani impegnati nella seconda giornata nazionale della bicicletta.
«C’è tanta voglia di mobilità sostenibile» ha sottolineato il ministro Prestigiacomo: «la gente è disposta a sposare il mezzo ecologico e noi dobbiamo essere in grado di fare in modo che ci siano le condizioni».
Fra le misure in arrivo, incentivi economici e sviluppo di infrastrutture per i ciclisti. In Toscana, dove si svolgeranno i mondiali di ciclismo, si pensa a «una regione tutta ciclabile», con in arrivo fondi «per sistemare 12 tratte di linee ferrate fuori uso e adibirle a pista ciclabile”.
Il disegno di legge sulla mobilità ciclcistica, che sta per arrivare in consiglio dei ministri, prevede gli incentivi, la realizzazione di piste ciclabili e infratrutture come i parcheggi, la possibilità di portare la bici sui mezzi pubblici.
In occasione della giornata di ieri i comuni della Penisola che si sono dimostrati maggiormente virtuosi, realizzando le piste ciclabili più lunghe in rapporto alla popolazione, sono stati premiate dal concorso “Bitcity“: Romana (Sassari), Giagnano (Lecce), Alcamo (Trapani), Cavriago (R. Emilia), Frontone (Pescara), Lecce e Teramo.
Ai più giovani è stata dedicata “Bimbibici“, con iniziative in 241 città. Una giornata di festa, durante la quale i ciclisti si sono riappropriati di strade, vie e parchi cittadini, in cui non sono mancati i momenti di divertimento e le esibizioni di bike trial, mountain bike, acrobazie dei cicloamatori.
E anche una giornata di sensibilizzazione, per promuovere l’utilizzo di un mezzo ecologico ma che purtoppo non è sempre sicuro: ogni anno, secondo i dati Aci-Istat, trecento ciclisti muoiono sulle strade italiane e circa 15mila restano feriti. Si tratta nella stragrande maggiornaza dei casi di incidenti in città, dovuto magari alla mancanza di un adeguato numero di piste ciclabili.