Privacy e Internet, Merkel: leggi devono adattarsi

di Lorenzo Gennari

30 Agosto 2010 14:00

In un'intervista al quotidiano Bild, Angela Merkel interviene sulla regolamentazione di Internet a tutela della privacy dei cittadini. La cancelliera sostiene che siano le leggi a doversi adattare ai cambiamenti del Web

La cancelliera tedesca Angela Merkel ribadisce il suo “no” per una regolamentazione a 360 gradi del web. In una intervista al quotidiano Bild, ha infatti affermato che qualunque intervento legislativo in proposito, che non tenga conto delle differenze e dei cambiamenti di un sistema così particolare come è la rete Internet, oltre a non essere necessario, rischia di compromettere un mezzo di dialogo fondamentale, soprattutto per i giovani.

«Lo Stato deve tutelare la privacy solo quando l’individuo non può farlo da solo», ha dichiarato la Merkel. Parole che vanno nella direzione opposta a quella in cui, lo stesso governo guidato dalla Merkel, si è trovato recentemente diretto proprio in materia di privacy e Internet.

La questione, in Germania, ha avuto origine dal lancio, previsto entro la fine dell’anno, del servizio di Google “Street view“, che fotografa, a circa 3 metri dal suolo, tutte le principali strade del paese.

Street View è già attivo in almeno 23 paesi del mondo, ma la democrazia tedesca, per bocca del suo ministro per la difesa dei consumatori (Ilse Aigner) ha subito messo dei paletti al motore di ricerca: Google dovrà garantire che le eventuali richieste di cancellazione elettronica dei volti, delle targhe delle auto o di altri dati personali, avanzate dai singoli cittadini, vengano tempestivamente ed efficacemente tradotte in pratica.

Eppure la Merkel, nella stessa intervista rilasciata al Bild, sostiene che «Internet porta al cambiamento sociale in modo positivo e offre grandi opportunità sia sul lavoro che per la vita dei cittadini». Dichiarazioni che lasciano intuire come il dibattito su privacy e Internet, in Germania, sia destinato a riaccendersi a breve, tanto che la cancelliera aggiunge che, «su questo punto, il governo si sta consultando intensamente».