Progetto europeo nell’Ict regala al Trentino due start-up

di Lorenzo Gennari

23 Giugno 2010 14:15

Bionets, il progetto di ricerca europeo coordinato da Create-Net e con la partecipazione dell'università di Trento, ha fatto da incubatore per due start-up locali

Bionets (Biologically-inspired autonomic Networks and Services) è un progetto finanziato dall’unità Future Emerging Technologies della Commissione Europea e, a quattro anni e due mesi dall’inizio delle sue attività, ha rafforzato l’ecosistema dell’Ict trentino portando ulteriori fonti di investimento e posti di lavoro qualificati.

Dal progetto, infatti, sono nate due start-up: U-Hopper e Intelincs. La prima è una piattaforma pensata per offrire servizi di mobile advertising e per migliorare la relazione tra fornitori di servizi mobili e utenti, la seconda invece fornisce servizi innovativi basati sull’uso del cellulare per congressi ed eventi fieristici.

La peculiarità di Bionets è quella di ispirarsi alla biologia degli esseri viventi per tutte le sue innovazioni. Il consorzio dei partner, una rete di 15 soggetti in Europa e Israele, ha infatti investigato diverse decine di fenomeni biologici, dall’evoluzione alla differenziazione cellulare o ancora dalla diffusione epidemica dei virus a sistemi di reazione-diffusione, per creare soluzioni Ict a livello di rete e di servizi in grado di fare quello che i sistemi biologici fanno da sempre e cioè auto-configurarsi e auto-proteggersi.

Nell?approccio Bionets, un processo come quello dell’installazione di un software viene automatizzato al punto che il programma riesce a replicarsi come un virus, seguendo le necessità dell’utente e utilizzando la rete sociale come base di conoscenza per prendere decisioni.

Un sistema che ha nella geometria dei frattali un parente strettissimo. Non a caso, i frattali sono gli oggetti matematici che meglio descrivono la natura, poiché l’informazione che definisce la sua struttura è tutta contenuta nell’algoritmo di costruzione.

Reti basate sul principio di auto similarità (quello appunto che governa i frattali) sono state teorizzate dal progetto di rete mondiale distribuita noto con il nome di “Netsukuku” e l’idea delle Bioreti (Bionets) non è troppo distante da quest’ultima.

«I fenomeni che avvengono in questi ambienti virtuali vanno a modificare il comportamento delle applicazioni e dei protocolli che fanno funzionare la rete stessa – spiega Daniele Miorandi, ricercatore senior di Create-Net e coordinatore scientifico di Bionets – ciò porta alla nascita di una rete che possiede la capacità di auto-svilupparsi, di riprodursi fino a evolversi in totale autonomia».

Alcune delle tecnologie sviluppate inizialmente in Bionets sono attualmente utilizzate in quattro progetti europei, in ben sette progetti di ricerca industriali e in una dozzina di progetti nazionali e regionali in tutta Europa. Bionets è stato presentato in più di un’occasione negli Stati Uniti, in Canada, in Giappone e in Corea del sud, suscitando unanime interesse per le notevoli ricadute commerciali ed economiche che può avere nella società.