PuntoInsieme, lo sportello per gli anziani in Toscana

di Lorenzo Gennari

27 Ottobre 2008 15:10

Trecento sportelli a sostegno delle famiglie con anziani non autosufficienti. La mappa online aiuterà ad individuare tutti gli sportelli attivi sul territorio, con orari di apertura ed elenco dei servizi disponibili

Su www.regione.toscana.it/puntoinsieme è attiva la pagina dedicata al progetto di assistenza continua alle persone non autosufficienti della Regione Toscana.

Si chiama PuntoInsieme ed è un servizio rivolto anche ai familiari delle persone che non sono più in grado di provvedere autonomamente alle necessità di tutti i giorni. Gli sportelli sono circa trecento e, grazie al sito internet, è possibile consultare la lista dei servizi, gli orari di apertura e la mappa per la localizzazione, senza muoversi da casa.

Grazie alle informazioni presenti in rete è possibile predisporre una scheda da consegnare poi agli operatori dello sportello. Dovranno essere forniti tutti i dettagli circa lo stato di salute della persona anziana per la quale viene richiesta assistenza.

Un’equipe di operatori qualificati (UVM – Unità di Valutazione Multidisciplinare) provvederà ad effettuare una valutazione attenta di ciascun singolo caso e a definire il progetto personalizzato, ovvero il pacchetto di prestazioni ed interventi più appropriati alle condizioni di bisogno della persona non autosufficiente.

Le prestazioni indicate nel PAP (Progetto Assistenziale Personalizzato) vengono effettuate solo con l’assenso dell’assistito e/o dei suoi familiari. L’inizio del percorso assistenziale più opportuno – assistenza domiciliare, semi-residenziale o residenziale – è garantito entro 30 giorni dalla presentazione della domanda.

Il PuntoInsieme segna l’avvio operativo del fondo regionale per la non autosufficienza, per cui la Regione ha già stanziato 28 milioni di euro. Obiettivo primario del fondo è la riduzione delle liste di attesa nelle RSA aumentando il numero delle persone che vengono assistite a casa propria (da 8.000 ad almeno 20.000) e offrendo un contributo alle famiglie per permettere la regolarizzazione di almeno 5mila “badanti”. L’entità media del contributo si aggira sui 400 euro al mese.